Nonostante sapesse che quello che stava facendo avrebbe potuto rovinare in mille modi diversi e orribili la sua vita, Aaron era sorprendentemente rilassato.
Succhialo. Fallo venire. Poi vai a casa. Non è così male. Manca solo un'ora e mezza.
All'improvviso, Farley fece schioccare qualcosa. “Taglia”, disse.
Il Padrone si allontanò da Aaron. “Qual è il problema? Stai girando da meno di un minuto.”
“Il suo piccolo cazzo floscio e triste, ecco qual è il problema”, disse Farley. “Nessuno vuole vedere una cosa del genere.”
“Dagli un po' di tempo”, disse il Dom. “È nervoso.”
“Scusatemi”, disse Aaron, intuendo che i soldi erano in pericolo. “Posso avere un'erezione.” Si prese l'uccello in mano e cercò di reagire.
Mi stanno guardando. Diventa duro. Vieni. Prendi i soldi. Vattene. Porta il denaro a Daniel.
Aaron si sentì di nuovo nauseato. Se suo fratello minore avesse avuto la minima idea della provenienza di quei soldi, probabilmente non avrebbe mai più parlato con Aaron.
Se papà sapesse…
Se Robert Beaumont lo avesse saputo, si sarebbe assicurato che Aaron non rivedesse mai più Daniel.
“Questo è patetico”, disse Farley.
“Fammi provare”, disse il Dom. “Aaron, sdraiati sulla schiena.”
“Che cosa hai intenzione di fare?” chiese Farley.
“Tutto questo è difficile da sopportare per lui”, rispose il Padrone. “Dobbiamo aiutarlo a rilassarsi”.
“Non voglio sprecare il vostro tempo”, intervenne Aaron. “Posso farlo io.”
“Eppure eccoti qui, a sprecare il mio tempo”, disse Farley. Poi sospiro. “Silas, concedici un momento, ti va?”
“No. Possiamo aiutarlo a… chi stai chiamando?” chiese il Dom.
Farley doveva aver preso il telefono. Zittì il Dom. “Manda qui Regina. Ha l'attrezzatura per il bondage. Dille che abbiamo bisogno di Ralph.”
“Questa non è una scena di bondage,” disse il Dom.
“Tieni il tuo culo fuori da tutto questo”, disse Farley. “Regina saprà cosa fare con lui. Ora esci.”
Il Dom fece di nuovo scorrere le dita tra i capelli di Aaron. Era piacevole, ma non impedì ad Aaron di tremare.
“Posso farlo io” mormorò Aaron.
Il Dom tolse la benda dai suoi occhi e si inginocchiò tra le sue gambe. Mise una mano sulla coscia di Aaron e fece dei piccoli cerchi sui muscoli con il pollice.
Anche il Padrone era nudo. Aveva i capelli scuri e disordinati. I suoi occhi erano di un azzurro gelido e bellissimo. Lui era bellissimo.
“Questo tipo di lavoro non è per tutti”, disse il Dom. “Non c'è niente di cui vergognarsi se vuoi andartene perché non ti senti a tuo agio.”
“No”, disse Aaron. “Posso farlo.”
“Per l'amor di Dio,” sbottò Farley, “alzati. Avrei dovuto accoppiarlo con Ralph fin dall'inizio.”
“Non metterlo in coppia con Ralph. È troppo rude”, disse il Dom.
Farley alzò gli occhi al cielo. “Non puoi innamorarti di ogni piccolo verginello con gli occhi da cerbiatto.”
“Ti ho già detto che non dovremmo lavorare con i dilettanti”, rispose il Padrone. “È troppo rischioso.”
Farley mormorò qualcosa che suonava come 'il complesso del cavaliere dall'armatura scintillante' e si rimise il telefono in tasca. “Nuova regola”, disse. “Ogni volta che proponi una scena o una ambientazione per avere un po' di cuore con gli attori, prendo un dollaro dal tuo stipendio.”
“Questo non è giusto” disse Aaron.
“Ignoralo,” disse il Dom. “Deve essere meschino per sopravvivere, allo stesso modo in cui uno squalo deve continuare a nuotare per poter vivere.”
La porta si aprì. Una donna entrò portando un grande borsone e un uomo alto e con la barba trasandata la seguì.
“È arrivata la cavalleria”, disse Farley. “Silas, vattene.”
“No, io…”
“Vuoi che sottragga i soldi anche al verginello?” chiese Farley. “Ha bisogno di qualcuno più forte.”
“Allora perché scegliere me in primo luogo?” chiese il Dom.
“Volevo essere gentile”, sbottò Farley.
Il Dom si voltò di nuovo verso Aaron. “Puoi ancora dire di no.”
“Vattene adesso, o verrai licenziato”, disse Farley.
“Vai”, disse Aaron. “Ci penso io, qui.” Cercò di forzare un sorriso.
Il Dom scrutò i suoi occhi.
“Che ne dici di questo”, propose Farley. “Puoi restare, rallentare la produzione e assicurarti che questo prezioso ragazzo non venga ferito, e io in cambio gli taglierò la paga della metà e per oggi tu non sarai affatto pagato."
“No,” disse Aaron in fretta. Spinse via il Dom. “Vattene. So quello che sto facendo.”
Il Dom si alzò in piedi e fece un passo indietro.
“Vattene”, ripeté Aaron. Nessun contratto. Nessun testimone. Certo che quegli uomini potevano tagliargli lo stipendio come se niente fosse. Non era esattamente un membro del sindacato dei lavoratori del porno amatoriale.
Il Dom strinse la mascella. Si voltò, puntò un dito contro l'uomo appena entrato nella stanza e sussurrò qualcosa.
L'uomo lo ignorò. Il Dom se ne andò, sbattendo la porta dietro di sé.
“Chiudila a chiave”, disse Farley. Poi si rivolse ad Aaron. “Mi dispiace per tutto questo. Non eri quello che mi aspettavo. Normalmente una ripresa di due ore richiede solo due ore.”
Aaron guardò l'orologio sul comodino. “Sono passati solo quarantacinque minuti”, disse.
“E, di quei quarantacinque minuti, ne ho solo tre utilizzabili, e si tratta comunque della tua impacciata presentazione.”
Merda.
“Quindi, quanto manca?” chiese Aaron.
Farley guardò l'orologio. “Due ore. Forse meno. Non preoccuparti. Ralph è molto bravo.”
Lo sconosciuto, presumibilmente Ralph, si avvicinò ad Aaron. “Vuoi che sia veloce o vuoi divertirti?” chiese.
“Quanto veloce è veloce ?” rispose Aaron.
“Due ore. Forse meno.” L'uomo fece eco a Farley.
“E se volessi divertirmi?”
“Nessuna garanzia che lo farai.”
Aaron fece un respiro profondo. “Veloce”, rispose.
“Bene. Sono il tuo nuovo Dom. Chiamami Signore. Ti è permesso parlare, ma devi mostrarmi rispetto o sarai punito. Capito?”
“Sì,” rispose Aaron.
Ralph lo afferrò per i capelli, lo fece voltare sullo stomaco e gli sbatté la faccia contro il materasso. Schiaffeggiò il culo di Aaron così forte che era sicuro che avrebbe lasciato un livido.
“Figlio di puttana”, gridò Aaron. “Sì, Signore. Fanculo.”
Ralph lo colpì di nuovo, più forte.
“Dio santo”, disse Aaron. “Cosa diavo…”
Ralph lo colpì di nuovo.
Aaron si morse la lingua. Dopo un momento di silenzio, Ralph tirò fuori la faccia di Aaron dal materasso. “Sai cosa hai fatto di sbagliato?” chiese.
“Sì, Signore”, disse Aaron.
“Sei inutile. Capito?"
“Sì, Signore."
“Sei mio."
“Sì, Signore .”
Capitolo Due
Safe Word
Ralph prese la benda e la legò sopra gli occhi di Aaron.
Era troppo stretta, il suo cazzo era ancora molle e il culo adesso gli faceva male. Si concentrò sulla mazzetta di contanti che lo aspettava in un angolo della stanza. Due ore. Solo altre due ore.
Ralph afferrò i polsi di Aaron. “Corda,” disse. Legò le braccia di Aaron dietro la sua schiena, il che probabilmente era un bene. Aaron non era sicuro di poter resistere all'impulso di colpire quell'uomo in faccia, visto come stava andando la sessione.
Fece rotolare Aaron sulla schiena. “Farley, segnati questa scena da tagliare. Potrebbe urlare. Regina, occupatene tu.”
Qualcuno gli afferrò l'uccello e iniziò a masturbarlo. Arron pensava che fosse Regina ma, sorpresa sorpresa, non ebbe molto più successo nel farglielo drizzare. La sentì spalmare quello che sperava fosse lubrificante sul cazzo.
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