Per la prima volta, stavo per passare il Natale da sola. In Russia, questa festa è vissuta in modo diverso rispetto alla Francia. A causa del comunismo di un tempo, la festività era quasi scomparsa. Ai nostri giorni, forte della rinascita della religione ortodossa, le persone lo celebrano sempre di più. Il Natale, da noi, ricorre il 7 gennaio e lo festeggiamo generalmente tra amici. Non è considerata una festa molto importante. Ѐ a capodanno che ritroviamo i nostri cari - genitori, fratelli e sorelle – mentre in Francia, lo trascorriamo soprattutto con gli amici. Le due date, in qualche modo, sono invertite. In Russia, di solito non facciamo doni. Il regalo è per lo più simbolico e viene offerto durante il passaggio al nuovo anno. Non c’è quest’abitudine capitalistica. Perché aspettare necessariamente quel giorno per compiacere? Un gesto del cuore può essere compiuto in qualsiasi momento dell’anno, provando una sincera soddisfazione nel consegnare un pacchetto e contemplare la meraviglia della persona che lo riceve. Quando una data si impone come una chiamata al dono, questo atto non diventa insignificante? In qualche modo, si ritrova privo di ogni senso.
In Occidente, il Natale non è altro che un’operazione di marketing, processo consumistico, per far funzionare il sistema. Gli occidentali pensano solo al dono che riceveranno. Un tale desiderio può sembrare naturale per un bambino. Un adulto dovrebbe interrogarsi sulla natura del gesto. Abbiamo davvero bisogno di questa formalità? A volte in una follia di offerte, a colui che offrirà i regali più appariscenti, i più costosi, i più formidabili. Non è preferibile trovare in questo giorno un’occasione per riunirsi in famiglia? Dovremmo tutti prendere qualche giorno di vacanza in questo periodo e passarli vicino a coloro che ci sono cari. Nelle famiglie con rapporti allentati, perché non cogliere l’occasione per riavvicinarsi? Non diciamo che col passare del tempo le persone cambiano e si pentono del loro comportamento? L’orgoglio impedisce di afferrare le mani tese che potrebbero aiutarti a risolvere i problemi. Il Natale dovrebbe essere visto come una festa d’amore, riunificazione, condivisione e felicità… tra tutti!
Ho acceso il mio tablet e ho guardato le foto che vi erano caricate. Mi ricordavano quanto fossi vicina alle mie amiche al tempo delle nostre uscite ad Irkoutsk. Mi sono soffermata su un’immagine che mi faceva sorridere. Posavo insieme alle mie due migliori amiche che consideravo come due sorelle. Mi mancavano enormemente, soprattutto in questo periodo di fine anno e di solitudine. Quest’anno, avrebbero festeggiato il Natale solo in due. La terza, lontana settemila chilometri, lo avrebbe festeggiato da sola, abbandonata a sé stessa. In questa foto, sembriamo tre principesse. Quella a sinistra, sono io. Sono la più piccola di statura con il mio metro e settanta. Al centro si trova Irina che è alta circa un metro e settantatré ed è la più magra di tutte. A destra, c’è la mia migliore amica Lesya, vicino al metro e settantotto. Siamo allineate, ciascuna indossa un abito corto, provocante e i tacchi a spillo. Ci mettiamo in posa di profilo, il viso rivolto verso l’obiettivo, la mano sinistra sull’anca. Al braccio destro sono appese le nostre borsette. Siamo donne single, terribilmente sexy! Cerchiamo marito: quale preferite?
Questa foto ovviamente era una messa in scena per divertirci. Una di noi era già sposata. Questa immagine mi rievoca dei ricordi molto belli. Avevo ventun anni, avevo appena rotto con Dmitry e Franck aveva appena incontrato Sylwia… Le mie amiche volevano tirarmi su di morale. Qualunque sia la distanza e a qualunque l’età, non le potrò mai dimenticare. Per loro sarò sempre presente, ogni volta che avranno un problema io accorrerò immediatamente a confortarle! Vi adoro, mie fedeli amiche. Buon Natale a voi!
Nel primo pomeriggio, sono uscita a scoprire il manto bianco su Parigi. Mi infilai la mia calda giacca e presi l’ombrello per proteggermi dalla moltitudine di fiocchi. Il micro cosmo parigino si stava trasformando: la gente brontolava, sorpresa dall’improvvisa apparizione della neve. Si sentiva anche l’eco di grida euforiche, l’entusiasmo dei bambini meravigliati da ciò che la stagione offriva loro una sola volta all’anno, godevano della rarità di una Parigi innevata. La vita quotidiana era talmente disturbata che potevo facilmente comprendere che si maledicesse questo tempo. Proprio all’angolo della strada dove abitavo, un autobus di città aveva tamponato il davanti di un’auto. Non c’è dubbio che l’autista aveva perso il controllo scivolando dopo una frenata troppo tardiva. Attorno all’incidente, una folla si agitava. Guardando la carrozzeria dell’auto completamente schiacciata, un brivido di freddo glaciale scosse il mio corpo. Avevo visto che nessuno era ferito, eppure quest’immagine cosi reale si accompagnava ad una sensazione di disagio, sensazione che non provavo vedendo un incidente in un film in cui avevo la consapevolezza che era tutto finto. Un ingorgo si era già formato. Dietro l’autobus, le automobili erano bloccate. Un tentativo collettivo di retromarcia era stato messo in atto, mentre il conducente e l’automobilista redigevano il verbale dell’incidente. Chi suonava il clacson, chi pattinava e in aria volavano anche alcuni insulti. Per i bambini la neve è il paradiso. Per gli adulti la vita quotidiana si trasforma in un inferno. Fortunatamente, in me sonnecchia ancora un’anima di bambina, anche se devo accettare la mia condizione di donna indipendente. Ѐ impossibile rimanere totalmente una ragazzina. La vita ti colpisce e ti richiama all’ordine. Dobbiamo lavorare per vivere senza, il più delle volte, poterci concedere, la possibilità di trovare un lavoro o un’attività in linea con il nostro sviluppo individuale. Anche se alcuni riescono a conciliare le due cose, per la società capitalista questa non è una priorità. I soldi devono circolare, entrare da una parte, uscire dall’altra… lasciando, al passaggio, una scia di prestiti per l’eccessivo consumo. Nessuno si accontenta di risparmiare per acquistare in seguito ciò che gli fa piacere. Questo modo di procedere è tuttavia portatore di una reale gratificazione; un godimento integro. Invece, quando ci si ritrova coperti di debiti, a forza di offrirci “gingilli” o “aggeggi”, la vita può generare delle difficoltà insormontabili se un cambiamento brusco interviene dall’oggi al domani. Le porte della sfortuna si aprono per voi, provocando un grave dissesto economico… Non mi contraddiranno i clochard di Parigi, in costante aumento, che hanno perso tutto e di cui i poteri pubblici si disinteressano.
Più avanti, nel viale principale, il traffico non sembrava più incasinato. Del sale era stato sparso sulle strade e sui marciapiedi. Solo le vie più piccole subivano ancora l’umore variabile della stagione.
Mentre andavo verso la metro Montparnasse, incrociai dei giovani che invitavano i passanti a unirsi ai loro giochi. Avevano un impianto audio che diffondeva la musica con toni bassi. Si divertivano a scivolare sulla neve, e a effettuare acrobazie. Scattai alcune foto per conservare una traccia di questo momento, tuttavia, rifiutai la proposta di unirmi a loro.
Sono andata fino a Montmartre. Adoro questo quartiere romantico per le lunghe passeggiate degli innamorati. Questo luogo è per me pieno di ricordi. Era qui che Franck aveva organizzato il nostro primo appuntamento. Ѐ stato qui che mi ha sedotta e conquistata. Un po’ più lontano c’era il parco delle collinette Chaumont, che era stato il teatro dei nostri deliziosi momenti di passione.
In mancanza di un uomo galante, decisi di fare una passeggiata da sola sulla strada innevata.
Malgrado le cadute che sopraggiungevano frequentemente, si rialzavano coraggiosamente per tentare una nuova discesa. Ho immortalato questi momenti felici e cominciavo a prendere gusto per la magia della fotografia. Mentre contemplavo le immagini che avevo scattato, ho capito ciò che Franck aveva tanto amato in quest’arte: questo sguardo osservatore, voyeur , ladro di intimità. Scatta al momento giusto e non un secondo dopo perché faresti solo una brutta foto.
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