«Capisco.»
«Gli stralci però somigliano al colloquio tra due persone; e una — quella in questione, intendo — dice: ‘Oh, no, lui è perfetto, questo non ha niente a che vedere con la vendetta. Come puoi pensare che io volessi semplicemente vendicarmi?’» M’interruppi, stringendomi nelle spalle. «Sì, insomma, si è nel bel mezzo di una conversazione.»
«Sì, e tu hai l’impressione che questa Cosa ti stia permettendo di ascoltarne brevi stralci... così come io pensavo che la visione nel caffè fosse destinata proprio a me», replicò lui.
«Hai centrato il bersaglio. Mi sta tormentando. Un’altra volta, solo due giorni fa, mi trovavo a New Orleans. Stavo spiando la figlia della vittima, Dora. Vive nell’ex convento che ho menzionato, un vecchio edificio costruito tra il 1880 e il 1890, disabitato da anni e sventrato, tanto da somigliare a un castello in rovina; e questo scricciolo di ragazza, questa adorabile piccola donna, ci abita senza paura, da sola. Si aggira per la casa come se fosse invincibile. Comunque, mi trovavo laggiù ed ero entrato nel cortile di questo fabbricato... sai, è una struttura antica: corpo principale, due lunghe ali, cortile interno.»
«L’istituto di mattoni tipico del tardo XIX secolo.»
«Esatto, e stavo osservando da dietro le finestre l’avanzare di quella ragazzina che, sola soletta, percorreva il corridoio immerso nel buio. Reggeva una lanterna e canticchiava sommessamente uno dei suoi inni: hanno un che di medievale e di moderno insieme.»
«Credo che l’espressione giusta sia ‘New Age’», suggerì David.
«Sì, qualcosa del genere, ma questa ragazza fa parte di un network ecumenico religioso, te l’ho già detto. Il suo programma televisivo è molto convenzionale: credi in Gesù e otterrai la salvezza. Lei intende portare la gente in paradiso cantando e ballando, soprattutto le donne, a quanto pare, o, almeno, le donne saranno le prime a entrarci.»
«Continua a raccontare, la stavi osservando...»
«Sì, e stavo pensando a quant’era coraggiosa. Alla fine raggiunse le sue stanze; abita in una delle quattro torri dell’edificio. Rimasi in ascolto mentre chiudeva tutte le serrature. E pensai che a ben pochi mortali sarebbe piaciuto aggirarsi per quell’edificio buio, e inoltre che il posto non era spiritualmente puro, non del tutto.»
«Cosa intendi dire?»
«Spiritelli, spettri o comunque li si voglia definire. Come li chiamavi nel Talamasca?»
«Spettri», rispose.
«Bene, ce ne sono alcuni riuniti in punti diversi del convento, ma non rappresentano una minaccia per la ragazza: è troppo forte e coraggiosa. Ma lo stesso non si può dire del vampiro Lestat, che la stava spiando. Ero fuori in cortile e sentii la voce proprio accanto all’orecchio, come se uno dei due uomini stesse parlando vicino alla mia spalla destra; era l’altro, quello che non mi sta seguendo, che diceva piuttosto distintamente: ‘No, non lo vedo nella stessa luce’. Ruotai più volte su me stesso cercando di trovare questa Cosa, di raggiungerla mentalmente o spiritualmente, affrontarla, tormentarla, e poi mi resi conto che stavo tremando da capo a piedi. E sai, David, gli spettri, gli irritanti spiritelli... quelli che sentivo ciondolare nel convento... credo non si siano nemmeno accorti che questa persona, o qualunque cosa fosse, mi aveva parlato all’orecchio.»
«Lestat, parli come se avessi perso la tua testa immortale», scherzò lui. «No, no, non arrabbiarti. Ti credo. Ma torniamo indietro un attimo. Perché stavi seguendo la ragazza?»
«Volevo solo vederla. Suo padre, la mia vittima, è preoccupato per ciò che è, per ciò che ha fatto e per ciò che le autorità sanno di lui. Teme di macchiare la reputazione della figlia, qualora si dovesse arrivare a un procedimento d’accusa e agli articoli sui giornali. Ma il punto è che non verrà mai incriminato, perché lo ucciderò prima che succeda.»
«Già, inoltre questo potrebbe salvare la chiesa della ragazza, non è vero? Il fatto che tu lo elimini rapidamente, per così dire. O sbaglio?»
«Non le farei del male per nulla al mondo. Niente potrebbe convincermi a farlo.» Per un attimo rimasi in silenzio.
«Sei sicuro di non esserne innamorato? Ne sembri ammaliato.»
Ero immerso nei ricordi: solo poco tempo prima mi ero innamorato di una donna mortale, una suora. Si chiamava Gretchen, e io l’avevo fatta impazzire. David conosceva l’intera storia. L’avevo scritta; e avevo scritto tutto di David, cosicché lui e Gretchen erano entrati nel mondo come personaggi romanzeschi. Lui sapeva anche questo.
«Non mi mostrerei mai a Dora come ho fatto con Gretchen. No. Non le farò del male. Ho imparato la lezione. La mia unica preoccupazione è uccidere suo padre in modo tale che lei ne ricavi la minima sofferenza e il massimo benefìcio. Lei sa che tipo è suo padre, ma dubito sia preparata a tutte le conseguenze negative che potrebbero verificarsi per causa sua», spiegai.
«Santo cielo, ma tu stai giocando.»
«Be’,devo pur distrarrai per non pensare a questa Cosa che mi sta seguendo, altrimenti impazzisco!»
«Sstt... che ti prende? Mio Dio, sei davvero sconvolto.»
«Certo», sussurrai.
«Forniscimi qualche altra indicazione sulla Cosa, altri stralci di conversazione.»
«Non vale la pena di riferirli. Si tratta di una discussione che riguarda me, ti ripeto. David, è come se Dio e il Diavolo stessero litigando per me.»
Ripresi fiato. Il cuore mi doleva, tanto batteva rapidamente, impresa non da poco per il cuore di un vampiro. Appoggiai la schiena alla parete e lasciai vagare lo sguardo nel bar: per lo più mortali di mezza età, signore con pellicce dalla foggia antiquata, uomini stempiati abbastanza ubriachi da risultare chiassosi, spensierati e quasi giovani. Il pianista era passato a un brano popolare, tratto da uno spettacolo di Broadway, credo. Era triste e languido, e una delle donne anziane presenti nel bar si stava dondolando lentamente, a tempo con la musica e cantando in tono sommesso, il rossetto sulle labbra, una sigaretta in mano. Apparteneva alla generazione che aveva fumato così tanto che smettere era ormai impensabile. Aveva la pelle di una lucertola, ma era un essere innocuo e bello. Tutti erano esseri innocui e belli.
La mia vittima? Riuscivo a sentirla al piano superiore. Stava ancora parlando con la figlia. Lei non voleva proprio accettare almeno un altro regalo? Si trattava di un’immagine, forse un quadro. Avrebbe smosso le montagne per sua figlia, ma lei non voleva il suo dono e non avrebbe salvato la sua anima.
Mi ritrovai a chiedermi fino a che ora sarebbe rimasta aperta la cattedrale di San Patrizio. La ragazza desiderava tanto andarci. Come sempre, stava rifiutando il denaro paterno. «È sporco. Roge, voglio la tua anima. Non posso accettare i soldi per la chiesa! Provengono dal crimine. Sono sudici», gli stava dicendo.
Fuori nevicava. La musica del piano si fece più rapida e concitata. Andrew Lloyd Webber nella sua forma migliore, pensai. Un motivo tratto dal Fantasma dell’Opera.
Poi udii ancora quel rumore nell’atrio e mi girai bruscamente sulla sedia per guardare al di sopra della spalla, poi di nuovo verso David. Rimasi in ascolto. Mi sembrò di risentirlo, un suono simile a un passo, un passo echeggiante, un passo volutamente inquietante. Lo sentivo. Sapevo di stare tremando. Ma poi scomparve. Nessuna voce mi risuonò nell’orecchio. Fissai David.
«Lestat, sei impietrito», disse lui, in tono comprensivo.
«David, credo che il Diavolo sia venuto a prendermi. Penso che finirò all’inferno.»
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