Grionval parve non aver sentito quella lamentela. — Victreia, lei lavora in questo progetto da sette anni. Pensa davvero che possa funzionare?
Forse era l’aria povera di ossigeno a ottundere la mente a tutti. L’indecisione era totalmente aliena all’immagine pubblica di Strut Grionval. Lei lo conosceva da nove anni. Coi suoi più stretti collaboratori Grionval era una persona aperta alle idee altrui… finché veniva il momento di prendere le decisioni. Allora diventava un individuo tutto d’un pezzo e senza esitazioni, capace di tener testa agli altri generali e perfino ai consiglieri politici del Re. Lei non avrebbe mai immaginato di sentirgli fare quella domanda. Ora vedeva in lui un vecchio che entro poche ore si sarebbe arreso alla Tenebra, forse per l’ultima volta. Capirlo fu come appoggiarsi a una balaustra ben conosciuta e sentirla cedere. — Signore… abbiamo scelto i nostri obiettivi con cura. Se saranno distrutti, la resa di Tiefstadt dovrebbe seguire quasi immediatamente. La Squadra Underhill si trova in un lago, a meno di due chilometri dagli obiettivi. — E questo era già un grosso risultato. Il lago si trovava presso il più importante centro di rifornimenti nemico, un centinaio di chilometri all’interno dei confini di Tiefstadt.
— Unnerbai, Underhill e gli altri dovranno camminare solo per una breve distanza, signore. Abbiamo collaudato le loro tute e gli esotermi per periodi molto più lunghi, e in condizioni quasi altrettanto…
Il generale Grionval sorrise debolmente. — Sì, lo so. Io stesso ho sbattuto le cifre fra le chele dello Staff Generale. Ma ora stiamo per farlo davvero. Pensi a cosa significa. Nelle ultime generazioni noi militari abbiamo fatto le nostre piccole sacrileghe incursioni nei bordi della Tenebra. Ma la squadra di Unnerbai vedrà il cuore della Profonda Tenebra. Cosa si troveranno davanti? Sì, in teoria lo sappiamo: l’aria congelata, il vuoto. Ma sono soltanto ipotesi. Io non sono religioso, colonnello Smait, ma… mi domando cosa vedranno i loro occhi.
Religioso o no, le antiche superstizioni dei diavoli delle nevi e degli angeli della terra sembravano prendere vita dietro le parole del generale. Anche la mente più razionale tremava dinanzi a una Tenebra cosi intensa che il mondo stesso non esisteva più. Con uno sforzo Victreia ignorò le emozioni che Grionval aveva svegliato in lei. — Sì, signore, potrebbero esserci delle sorprese. E io potrei elencare questo piano fra quelli destinati a fallire, se non fosse per un elemento: Sherkaner Underhill.
— Il nostro amico rompiscatole.
— Sì, un rompiscatole del genere più straordinario. Io lo conosco da sette anni… da quel primo giorno, quando capitò qui con un’auto carica di prototipi e la testa piena di progetti folli. Per nostra fortuna quella era una giornata morta; io avevo il tempo di farmi quattro risate con lui… o così pensavo. La media di quei tipi di studiosi viene fuori al massimo con una ventina di buone idee in tutta la vita; Underhill ne snocciolava venti all’ora. Smontarne una sola era difficile, perché appena trovavo un punto debole lui tirava fuori cinque soluzioni diverse per superarlo, e alla fine il mio cervello restava come paralizzato. Intendiamoci, a scuola ho conosciuto persone intelligenti quanto lui, ma la differenza è che le idee di Underhill sono realizzabili subito e facilmente. Forse qualcun altro avrebbe pensato di usare fango di palude per nutrire gli esotermi. Certo qualcun altro sarebbe riuscito a costruire delle tute a pressione. Ma lui tira fuori nuove idee, le trasforma in oggetti e questi oggetti funzionano.
«Questa però è solo una parte della cosa. Senza Sherkaner non avremmo migliorato tutte le attrezzature che abbiamo usato negli ultimi sette anni. Lui ha la magica capacità di coinvolgere gente molto brillante nei suoi progetti. — Victreia ripensò ai commenti acidi del sergente Unnerbai quel lontano primo giorno. Poco tempo dopo era anche lui ingarbugliato e affascinato dalle idee che Sherkaner tirava fuori. — Spesso Underhill non ha pazienza per i particolari, ma questo importa poco. Ha messo insieme un gruppo che questa pazienza ce l’ha. È un tipo… notevole.
Queste erano cose vecchie per entrambi: lo stesso Grionval aveva usato frasi analoghe per presentare Underhill ad altri colleghi. Ma erano la migliore rassicurazione che ora Victreia potesse dare al vecchio artropode, Grionval sorrise ed ebbe un’espressione strana. — Allora perché non lo sposa, colonnello?
Victreia non immaginava che quell’argomento sarebbe venuto allo scoperto. Ma all’inferno, erano soli, e alla fine del mondo. — Intendo farlo, signore. Ma c’è una guerra in corso, e lei sa che io non sono… molto tradizionalista. Ci sposeremo dopo la Tenebra. — Lei ci aveva messo un pomeriggio per decidere che Sherkaner era la persona più singolare che avesse mai conosciuto. Le erano occorsi un altro paio di giorni per decidere che era un genio, e che se qualcuno lo avesse messo in funzione come una dinamo avrebbe potuto letteralmente cambiare il corso di una guerra mondiale. Da lì a cinquanta giorni era riuscita a persuadere di questo anche Grionval, e Underhill era stato messo a capo di un laboratorio… col risultato che altri laboratori avevano subito cominciato a crescere intorno al suo per occuparsi di altri aspetti del progetto. Fra l’una e l’altra delle sue missioni Victreia aveva cominciato a pensare a come poteva volgere il Fenomeno Underhill, così era come lo definivano quelli del Servizio Informazioni, a suo perenne vantaggio. Il matrimonio era la mossa più ovvia. Un tradizionale Matrimonio-nel-Calante si sarebbe adattato alla sua carriera militare. Tutto sarebbe stato perfetto, fuorché dal punto di vista di Sherkaner Underhill. Lui era una persona che aveva dei progetti. Ultimamente era diventato il miglior amico di Victreia, così come qualcuno poteva diventarlo di una femmina che aveva delle mire su di lui. Sherkaner aveva progetti anche per il tempo post-Tenebra, cose di cui Victreia non aveva mai parlato a nessuno. I pochi amici di lei, fra questi anche Hrunkner Unnerbai, erano tali nonostante il fatto che lei fosse una nata-fuori-fase. A Sherkaner Underhill invece l’idea di avere figli fuori fase piaceva. E questa era stata la prima volta che Victreia aveva incontrato qualcuno con sentimenti diversi dalla tolleranza per la sua diversità. Così per il momento essi combattevano una guerra. Se fossero sopravvissuti ci sarebbe stato un altro mondo di progetti e di vita insieme, dopo la Tenebra.
E Strut Grionval era abbastanza intelligente da immaginare cose di questo genere.
D’un tratto Victreia guardò il suo superiore. — Lei lo sapeva già, non è così? È per questo che non mi ha lasciato con la Squadra. Lei pensa che sia una missione suicida, e che io non abbia saputo vederne i risvolti… be’, lei non conosce Sherkaner Underhill. L’autosacrificio non è nei suoi programmi. Secondo i nostri standard è piuttosto un codardo. Non è particolarmente attratto dai valori che lei e io consideriamo sacri. Lui rischia la vita per semplice curiosità… ma è molto, molto cauto quando si tratta della sua sicurezza. Io credo che la Squadra avrà successo e sopravviverà. Ma le loro probabilità sarebbero maggiori se io fossi restata con loro! Signore.
Le sue ultime parole furono rese più drammatiche dall’affievolirsi dell’unica lampada della stanza. — Bah — disse Grionval. — Da una dozzina di ore siamo senza olio combustibile, lo sa, colonnello? Le batterie ad acido sono quasi scariche. Fra un paio di minuti il capitano Diredr sarà qui con le Ultime Parole del Reparto Manutenzione: «Mi scusi, signore, ma le ultime polle congeleranno da un momento all’altro. Gli ingegneri le chiedono di unirsi a loro per la chiusura» — disse, mimando la voce acuta del suo aiutante.
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