L'intelligenza era un terribile fardello.
Di colpo, disinserì l'acceleratore e il cingolato si arrestò. Pip, arrotolata al suo posto, sollevò di scatto la testa e le minuscole ali di Scrap sfarfallarono nervosamente quando Flinx si portò entrambe le mani alla testa. Le emicranie stavano peggiorando. Le aveva sempre avute, ma in quell'ultimo anno erano diventate un compagno abituale, che compariva ben più di una volta al mese.
Ragione di più per rifuggire dalle relazioni fisse. Era possibilissimo, come aveva pensato spesso nei momenti più cupi, che lui fosse un altro degli esperimenti mal riusciti, destinato a morire e non aveva alcuna intenzione di trascinare qualcun altro con sé. Forse era solo riuscito a durare un po' più degli altri clamorosi fallimenti. La cosa davvero spaventosa era che nei testi di medicina, le differenze tra i sintomi dell'emicrania e quelli di un colpo apoplettico erano impercettibili.
I dolorosi lampi di luce sulle retine cominciarono a diminuire. Flinx trasse un lungo e tremulo respiro e raddrizzò la schiena. Gli stava accadendo qualcosa. Qualcosa stava cambiando dentro la sua testa, e lui non aveva alcun controllo su di essa, non più di quanto ne avesse la torre dello spazioporto su di una navetta in fuga. Altri cambiamenti. Maledizione ai suoi progenitori, a quei figli di puttana che si erano arrogati il diritto di giocare con un essere non nato.
E non c'era nulla che si potesse fare. Non poteva certo presentarsi in qualche grande ospedale richiedendo con tutta calma un'intera serie di esami, con l'unica giustificazione di essere il prodotto bastardo di una società illegale e universalmente esecrata di eugenetisti rinnegati. Ma d'altra parte, si disse, mentre il dolore si attenuava, poteva anche darsi che fosse predisposto alle emicranie. Riuscì a sorridere. Sarebbe stato divertente se tutte le sue paure e preoccupazioni fossero state infondate e l'unica cosa di cui soffriva fossero i normali disturbi del passaggio dall'adolescenza alla maturità. E sarebbe anche stato meraviglioso.
E improbabile.
Le emicranie in genere erano accompagnate di forti sconvolgimenti emotivi in un'altra persona, ma lì nelle vicinanze non c'era nessuno. Allora forse era solo un normale mal di testa. E se era così, non gli sarebbe importato del dolore. A volte, persino il dolore poteva essere rassicurante.
Il fatto che anche lì, in mezzo alla giungla, potesse provare delle laceranti dislocazioni emotive era un'ulteriore prova della natura irregolare dei suoi talenti, anche se non aveva certo bisogno di ulteriori conferme in quel senso. Ed essere riuscito a raggiungere un compromesso a livello intellettuale con le sue peculiarità non attenuava comunque gli effetti che avevano su di lui. Non facevano altro che rammentargli di continuo che era anormale, che qualunque cosa avesse fatto, non avrebbe mai potuto condurre una vita normale.
Se solo fosse riuscito ad imparare ad incanalare, a controllare i suoi talenti, ad accenderli e spegnerli come si fa con l'interruttore della luce. Se solo , mormorò rabbioso tra sé, fossi normale. Ma non sono normale, né posso controllare quello che sono.
Percepì una leggera pressione sulla spalla destra e un'occhiata gli mostrò il viso scaglioso, eppure in qualche modo comprensivo, di Scrap. Sorrise.
— Che cosa ne farò di te? Non troverai nessuno a cui legarti, nessuno con cui condividere le emozioni. Vivrai in un vuoto emotivo, nutrendoti solo degli eccessi di emozioni mie e di Pip. Riceverai senza mai amplificare.
Che cosa facevano i minidraghi alla stato brado? Potevano nutrirsi empaticamente l'un l'altro? Di certo non potevano comportarsi come lenti telepatiche, come faceva Pip con lui. A volte si domandava cosa ricavassero i serpenti volanti dalle loro relazioni privilegiate con certi esseri umani, al di là della compagnia fisica.
Era proprio quello che mi mancava, pensò senza acrimonia. Un'altra carta spaiata nel mazzo. Eppure, quale migliore compagnia, per un fuoricasta autoconsacrato come lui, di un altro fuoricasta dichiarato? Si sentì molto meglio.
Ecco cosa avrebbe fatto: avrebbe preso la sua meravigliosa nave ed avrebbe esplorato il Commonwealth fino a quando glielo avessero concesso tempo e salute. Intorno a lui sarebbero fiorite le leggende, il vagabondo con il serpente volante che sfiorava questo o quel mondo solo per andarsene via in silenzio, senza lasciare il proprio nome o la ragione per cui era venuto. L'Eremita del Commonwealth. C'era una certa solidità in quell'immagine. Era stoica ed estetica. C'era solo un problema in quella vita di nobili intenti che si prefiggeva: Sarebbe stato molto difficile incontrare delle ragazze.
Chiunque abbia manipolato il mio cervello, pensò cupo, mischiando il mio codice genetico come un barista mescola gli ingredienti per un cocktail, non ha toccato i miei ormoni. I nobili intenti e gli impulsi sessuali non vanno d'accordo. Quel problema era stato all'origine di molti guai dell'uomo fin dall'inizio dei tempi.
A lungo andare e con molta pazienza forse un giorno sarebbe riuscito a trovare un chirurgo comprensivo in grado di liberarlo dai suoi mal di testa, se non della sua ereditarietà. Forse sarebbe riuscito a trovare un modo per controllare la propria vita. Di cose straordinarie ne aveva viste e fatte abbastanza. Ora non chiedeva altro che pace e tranquillità e la possibilità di imparare.
Proprio mentre concludeva quel pensiero, percepì quel noto e dannato solletico nella mente. Non era emicrania, questa volta, solo una sorta di titillamento mentale, ma che a modo suo era ugualmente inquietante, perché non poteva chiuderlo fuori. Era una sensazione facile da identificare, perché l'aveva incontrata fin troppe volte in passato. Da qualche parte, c'era qualcuno nei guai.
Anche Pip e Scrap l'avevano percepita, e Scrap si era messo a svolazzare davanti al suo viso, sbattendo come un calabrone impazzito sul vetro di plexolega, impedendogli la visuale.
— Levati, vai via di lì! — Con un gesto brusco del dorso della mano allontanò il minidrago, senza fermarsi a riflettere che, se lo avesse voluto, il cucciolo avrebbe potuto ucciderlo nella frazione di un secondo.
Sporgendosi in avanti, cercò di vedere tra gli alberi. L'aria fredda che circolava tra le due lastre di plexolega impediva il formarsi della condensa. Davanti a lui non c'era altro che la giungla verde, ma qualche istante più tardi non ci fu più neppure quella.
Vide una spiaggia che delimitava un fiume, cento metri di sabbia compatta, grigia e intatta. Durante la stagione delle piogge, il greto scompariva, ma in quel momento era invitante come la più esclusiva spiaggia di New Riviera.
Comunque nessuno su Alaspin avrebbe pensato di stendersi a prendere il sole su quella spiaggia. C'erano migliaia di luoghi simili sulle sponde di una dozzina di fiumi e centinaia se ne sarebbero potute comprare per una miseria: le sanguisughe e gli insetti avrebbero prosciugato il corpo di chiunque come se fosse stata un spugna, se solo qualcuno avesse cercato di prendere il sole laggiù senza avere il corpo completamente protetto.
La spiaggia era deserta, immacolata. Non c'erano ripari, tranne quelli che un uomo avrebbe potuto portare con sé. Il cingolato morse la sabbia mentre Flinx ripercorreva le tracce lasciate nel viaggio di andata. Non si sentiva più così depresso e la sua mente stava già progettando il passaggio da Mimmisompo al Porto di Alaspin, dove la sua navetta lo stava aspettando per riportarlo sul Teacher , parcheggiato in un'orbita sincrona.
Le ali di Pip agitarono l'aria alle sue spalle. Il serpente volante si era alzato, ansioso.
— E adesso che c'è?
Poi le sue mani strinsero con violenza la barra di guida del cingolato, facendogli compiere un brusco scarto a sinistra, mentre il cingolo anteriore sollevava un nugolo di sabbia.
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