Calhoun disse con molta calma:
— La vendetta è sempre portata ad avere delle conseguenze casuali sfavorevoli. Lasciatelo stare. Non avete alcun diritto di punirlo. Avete solo il diritto di punire un bambino per correggerlo, o di punire un uomo per trattenere gli altri dal fare quello che ha fatto lui. Vi aspettate di poter correggere l’uomo che ha inventato la peste che è fiorita quaggiù e che voleva usarla per creare un impero di schiavi? E pensate che altri debbano essere trattenuti dal tentare la stessa cosa?
Kim disse a denti stretti:
— Ma è un assassino! Tutto quel che è accaduto è dovuto a lui! Merita…
— Una punizione adeguata? — domandò aspramente Calhoun. — Non avete il diritto di infliggergliela! D’altra parte pensate a quel che gli spetta.
— Lui è… è… — Il volto di Kim mutò espressione. — Lui è lassù in orbita, impotente, con tutti i suoi macellai intorno a lui che gli rimproverano il guaio in cui si trovano. Non hanno niente altro da fare che odiarlo… Niente altro…
— Non hai creato tu quella situazione, — disse Calhoun freddamente. — L’ha fatto lui. Tu hai semplicemente messo i prigionieri in un posto sicuro perché altrimenti sarebbe stato difficile custodirli. Ti suggerisco di dimenticarlo.
Kim sembrava stare male. Scosse la testa per schiarirla. Tentò di espellere l’uomo che aveva pianificato un puro orrore fuori dalla sua mente. Disse lentamente:
— Vorrei che potessimo fare qualcosa per te.
— Fammi fare una statua, — disse Calhoun seccatamente, — e tra venti anni nessuno saprà perché è stata scolpita. Tu ed Helen vi sposerete, no?
Quando Kim annuì, Calhoun disse: — quando verrà il momento, se ve ne ricorderete e penserete che ne valga la pena, voi due infliggerete il mio nome a un bambino. Quel bambino si chiederà perché e lo domanderà e così il ricordo di me rimarrà verde per tutta una generazione.
— Molto più a lungo, — insistette Kim. — Tu non sarai mai più dimenticato quaggiù.
Calhoun gli fece un bel sorriso.
* * *
Tre giorni dopo, il che significava sei giorni più a lungo di quanto si era aspettato di rimanere su Maris III, la griglia di atterraggio sollevò la piccola Nave Medica nello spazio. La bella città quasi del tutto vuota si allontanò mentre il campo della griglia portava la piccola astronave a cinque diametri planetari di distanza e poi la lasciava libera. E Calhoun fece voltare la Nave Medica e la orientò accuratamente verso quel punto dell’ammasso di Cetis in cui stava il Quartier Generale Medico. Premette il pulsante della superpropulsione.
L’universo turbinò. Lo stomaco di Calhoun sembrò rivoltarsi due volte ed egli ebbe la nauseante sensazione di girare vertiginosamente in quello che era in un certo qual modo un cono. Inghiottì. Murgatroyd emise dei suoni soffocati. Attorno alla nave non c’era più un universo percepibile. C’era un silenzio mortale. Poi incominciarono quei rumori occasionali che debbono essere forniti se non si vuole che un uomo impazzisca nel silenzio di morte di una nave che viaggia a trenta volte la velocità della luce.
Poi non ci fu più niente altro da fare. Nel viaggio in superpropulsione non c’è niente da fare che far passare il tempo.
Murgatroyd si afferrò i baffi destri con la zampa destra e li leccò elaboratamente. Fece la stessa cosa con i baffi di sinistra, poi contemplò la cabina, decidendosi per un posto morbido in cui andare a dormire.
— Murgatroyd, — disse severamente Calhoun. — Devo avere una discussione con te. Tu imiti noi umani un po’ troppo! Kim Walpole ti ha pescato che andavi in giro con una siringa, per fare un’altra iniezione ai nostri prigionieri di polisolfato. Avrebbe potuto ucciderli! Personalmente penso che sarebbe stata una buona idea, ma per un medico sarebbe stato un gesto assai poco etico. Noi professionisti dobbiamo reprimere i nostri impulsi! Hai capito?
— Ciii, — disse Murgatroyd. Si acciambellò e si drappeggiò la coda attorno al naso meticolosamente, apprestandosi ad assopirsi.
Calhoun si sistemò confortevolmente nella sua cuccetta. Prese un libro. Era la Probabilità e la condotta umana di Fitzgerald.
Incominciò a leggere mentre la nave si addentrava nel vuoto.
FINE
Murray Leinster è lo pseudonimo di William Fitzgerald Jenkins, autore più che prolifico che, nei primi sessant’anni del Novecento, è eccelso in molti generi letterari.
Nato a Norfolk il 16 giugno 1896, inizia la carriera con storie a metà fra mistero ed avventura, per poi passare alla fantascienza più classica nell’ultimo periodo della sua carriera.
Durante la Prima Guerra Mondiale è nel comitato per la Pubblica Informazione e serve nella U.S. Army per due anni (1917-1918). Nel 1921, appena iniziata la carriera di scrittore free-lance , sposa Mary Mandola, da cui avrà due figlie. Durante la Seconda Guerra Mondiale torna a servire il suo Paese nella mansione che aveva ricoperto nella precedente guerra.
Vince il Liberty Award nel 1937 per A Very Nice Family . Vince il Premio Hugo nel 1956 per il racconto Squadra d’esplorazione ( Exploration Team ). Nel 1996 vince postumo un “retro-Hugo” per il racconto Primo contatto ( First Contact ) .
Nel 1967 si ritira dalla carriera letteraria. Nel 1995 viene istituito il Sidewise Award for Alternate History, ispirato al suo racconto Sidewise in Time .
Muore nel 1975.
Negli anni ’60 Leinster scrive quattro romanzi che vedono protagonista l’astronave medica Esculapio 20 e le sue avventure sotto l’egida dell’IMS (Interstellar Medical Service): soltanto tre hanno visto la luce in Italia.
1959 — L’arma mutante ( The Mutant Weapon ) — Altair n. 3 (Il Picchio)
1961 — This World is Taboo
1964 — Un dottore tra le stelle ( Doctor to the Stars ) — Cosmo n. 4 (Ponzoni)
1966 — S.O.S. da tre mondi (S .O.S. from Three Worlds ) — Il meglio della fs 45 (Libra)