Larry Niven - I figli di Ringworld

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I figli di Ringworld: краткое содержание, описание и аннотация

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Ringworld, il Mondo Anello: un gigantesco universo artificiale con un diametro di un milione di miglia che galleggia nello spazio remoto, e in cui vivono centinaia di razze diverse. Louis Wu è l’uomo che l’ha scoperto e che ora è prigioniero di una malvagia entità aliena appartenente alla razza dei Burattinai. Questo essere imprevedibile sta per provocare una guerra di proporzioni galattiche, attaccando astronavi di tutte le razze dello Spazio conosciuto. Ma se la guerra ci sarà, Ringworld verrà distrutto e fra le stelle non resterà che un ponte di cenere.

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— Stavo per dire che è ora di andarcene — concluse Roxanny. — Ma seguiamo pure Wembleth. Il suo esatto percorso, Luis. Niente scorciatoie. Credo che abbia ragione; dovremmo anche tenerci bassi per non essere presi di mira. E non avvicinarci troppo.

Stet - brontolò Louis. — Non ha senso essere presenti quando qualcosa cremerà il povero bastardo.

Le cicatrici di esplosioni guidarono Wembleth a una svolta del corridoio, poi si alzarono su una parete. Wembleth non poteva proseguire a piedi. A segni li invitò a scendere e si arrampicò fra loro sull’aviobici. Puntò il dito. — Lassù.

La pista di esplosioni si era aperta un varco, in alto. Louis guardò Wembleth e Roxanny. Lei si strinse nelle spalle.

Non c’era nessun riparo. Louis portò l’aviobici dritta in alto, varcò la breccia e si abbassò. Un raggio… non un laser, un getto di plasma… colpì il varco dopo che loro furono passati e li seguì fin quando non si rincantucciarono in un labirinto di rampe. Il muro crollò sotto la furia del getto di plasma, una decina di metri troppo in alto per danneggiare l’aviobici.

Erano nel cuore della falsa montagna. La cavità era in gran parte spazio vuoto traforato da un labirinto di enormi rampe. Louis si chiese non fosse studiato come luogo di addestramento per guerrieri. In questo caso era anche altro. Come aveva immaginato Roxanny, c’erano meraviglie. Qui una fila di rozze macchine sospese mediante levitazione magnetica o gravitazionale. Là raggi di luce in una foschia di polvere. Dove le rampe s’incrociavano, c’erano cannoni o gruppi di strumenti. Parevano tutti rovinati dal calore.

Louis fu tentato di allontanarsi dalla pista di distruzione. Roxanny aveva ragione, qui un mucchio di cannoni erano stati ridotti a pezzi… ma lui percepiva ancora sensori che lo cercavano. Più tardi?

Sorvolò una rampa distrutta fino a una scalinata annerita. Era sciocco supporre che una trappola mortale non fosse ripetuta, eppure l’ottimismo di Roxanny pareva funzionare. Un’arma a proiettili li innaffiò di pezzi metallici, ma la sacca sonica li deviò tutti, finché Louis non riuscì a far passare l’aviobici sotto una rampa. Lasciò il sentiero per girare intorno a un muro crollato. Qualcosa esplose con un bagliore luminoso. Il suono arrivò appena a loro.

— Aspetta — disse Wembleth. — Cos’è quello?

Era una zona di guerra illuminata come un ologramma pubblicitario. Un mucchio di macerie, simili a una pila di frittelle, era crollato nel bagliore, molle ma non del tutto fuso. Un tempo era stata una catasta di servizio di Armonista. Un attacco laser contro una parete più in alto rispetto a loro bagnò di luce perlacea le macerie. Mentre si avvicinavano, si estinse. La catasta riluceva ancora di calor bianco, nera in cima. Le piastre levitanti non avrebbero più funzionato dopo un simile trattamento. Il disco passatoio in cima alla catasta…

Neanche a pensarci. — Fine della pista — disse Louis.

— Già — disse Roxanny. — Direi che è ciò che abbiamo seguito e direi che era armato. Laggiù… — indicò il fondo della scalinata — cosa vedete?

— Altri macchinari fusi. — Uno scintillio di lenti. — Cannone laser?

— Un pacchetto armi e scudo. Posto come cappello su quella… quella torre. Avrà sparato a qualsiasi cosa lo attaccasse…

— Meno una, Roxanny. L’ultima lo ha centrato.

— Quell’ultima arma si è spenta dieci secondi fa! Tutto ciò che ha cercato di danneggiarci è danneggiato. Luis, Wembleth, abbiamo la perfetta occasione per esplorare!

Pareva un po’ troppo fortuito per risultare credibile. — Hai detto che si è spenta. E se stesse solo sfrigolando?

— Il tuo punto?

— Torniamo a casa. Ci manteniamo sulla pista, ma fotografiamo ogni cosa. Studiamo ciò che abbiamo ottenuto. Mostriamolo a Proserpina, se non possiamo risolverlo da soli…

— Louis, così cosa otteniamo?

— Forse un’altra via per entrare. Roxanny, hai un’idea migliore?

— Usciamo e guardiamo intorno. Luis, a piedi sembriamo riproduttori. Lo siamo, in fin dei conti. Non credo che le difese spareranno a un riproduttore a piedi.

— I riproduttori sono nudi. Ci spogliamo?

— Tu sei già nudo.

— E tu sei già schizza. — Eseguì un’inversione per tornare indietro. L’ultimo raggio al plasma aveva praticato un bel buco nella parete. Fino al pavimento. In uscita sarebbero stati più sicuri che in entrata.

Wembleth strinse la spalla a Louis. — Guarda. Piante.

Molto in alto, fogliame grondava dai bordi di una rampa. Pareva un posto assurdo per un giardino.

— Conosciamo una via d’uscita — insistette Louis. — Una sola.

Roxanny gli strinse forte il braccio, cercò di blandirlo. — Cosa c’è che non va, Luis? La rampa è larga come un’autostrada. Portaci su. Se ci attaccano, scendiamo di nuovo e torniamo sulla pista sicura. D’accordo? Va’ su dritto.

Le rampe non avevano ringhiere. Louis non lo disse. Roxanny lo giudicava un codardo e lui non lo sopportava. Portò su l’aviobici.

Non furono attaccati. Una giungla verde si riversava ai lati della rampa superiore.

— I cannoni non spareranno nemmeno contro le messi — disse Roxanny. — Quella era la provvista di cibo di Penultimo.

— Su questo non sai niente. Metti a rischio tre vite!

— Gli agenti della ARM lo fanno, Luis. È la nostra ultima occasione per apprendere qualcosa senza che Proserpina lo sappia. E Proserpina non è il mio ufficiale superiore! Portaci là, Luis.

— Nella giungla?

— Sì.

Iniziò a virare e qualcosa li trovò. La sacca sonica rintoccò come una campana e continuò a rintoccare. Louis gridò. Spense il motore e si augurò che Roxanny avesse avuto ragione. L’aviobici precipitò. A mezz’aria Louis perdette i sensi.

Dal momento in cui fu in vista della Cittadella, la nave magnetica fu osservata. Proserpina lavorò per smorzare le lunghezze d’onda che si riflettevano sulla nave. Mentre si avvicinavano alla montagna, qualcosa entrò: proiettili crepitarono verso la nave magnetica, poi virarono. Lampi di luce esplosero verso di loro e virarono anch’essi. Hanuman continuò a pilotare. Poteva fare solo quello, mentre Proserpina difendeva la nave.

La pista non era in dubbio. Hanuman si augurò che la detec Gauthier avesse seguito la catena di panorama smozzicato. Anche se l’avesse fatto, sarebbe potuta morire ih cento modi diversi, insieme con i suoi compagni.

— Sono vivi? — chiese.

Proserpina non rispose. I suoi campi staccarono delicatamente una sezione di muro. C’era una parete interna e lei staccò anche quella. Luce lampeggiò e svanì. Hanuman vide una sorta di alveare. Proserpina entrò.

Louis si sentì circondato da robuste braccia che lo deponevano su una superficie piatta. Aveva male dappertutto.

Conosceva quei dolori: le ferite che stavano guarendo, più un colpo alla mascella e un ronzio nelle orecchie. Aprì gli occhi. Roxanny deponeva Wembleth nel sediolo anteriore. Wembleth sanguinava dal naso e dalle orecchie.

— Sei sveglio? — gridò Roxanny. Louis riuscì appena a sentirla. — Su, aiutami. — Lo tirò su. Stava cercando di agganciare Wembleth al modulo medico. — Noi avevamo protezioni antiurto, lui no. Potrebbe essersi rotto la spina dorsale o il collo. Guarda, perde sangue dal naso.

— Anche tu — gridò Louis.

Roxanny lo guardò. — Tu, pure. Immagino sia l’effetto sonico. Tanj , è morto?

Louis, sostenuto da Roxanny, terminò di collegare Wembleth al modulo medico. Vide accendersi spie luminose. — È vivo — disse. — Traumi in tutto il corpo. Quando si sveglierà, si sentirà come me.

— Gli inietta droga di vita, vero?

L’antico marchio… — Sì. Non ha mai avuto prima la droga di vita. Credo sia vecchio, Roxanny. Consumerà l’intera provvista.

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