L’edificio… Un toroide. Una sola porta, niente finestre. Un albero delle dimensioni di una sequoia, al centro, lo sollevava di due metri dalle fondamenta. Mentre Roxanny esitava, Wembleth spiccò un balzo per raggiungere la soglia, si tirò su ed entrò. Roxanny attese un attimo, poi lo seguì. Rimpianse di non avere armi migliori della pistola ad aghi nascosta all’altezza delle reni. Percorse lentamente il locale, una stanza a tubo, inclinata di qualche grado. Non trovò niente che valesse la pena di guardare o di rubare. Sul pavimento c’era uno spesso strato di terriccio e di foglie marce. Nessuna fonte di luce, a parte il tetto trasparente. Niente servizi. Niente gabinetti.
Roxanny si rivolse a Wembleth. — Conosci questo tipo d’edificio?
— Costruzione Vashneesht. Molto vecchia. I muri non possono essere danneggiati, ma il vento di molte generazioni ha arrotondato gli angoli. Credo fosse abitato dai servi dei Vashneesht. Guarda, questo era un letto.
Lo strato di foglie marce? Lei era abituata alle piastre fluttuanti.
L’edificio seguente pareva una stazione di pompaggio annidata in una foresta di tubi. E quello era, ma conteneva anche gabinetti, una enorme vasca da bagno e mucchietti di polvere che un tempo erano stati asciugamani. Wembleth capì: conosceva mezzi più primitivi per usare rifiuti come fertilizzanti. Acque di scolo e di lavaggio fluivano in un sistema di spruzzatori, alimentato dal soffitto, dalla luce del sole convertita. Roxanny e Wembleth persero un’ora a fare il bagno e poi a esaminare il sistema. La cosa degna di nota era che funzionava ancora.
Roxanny guidò gli altri lungo il torrente, in direzione del flusso dei quadrati delle ombre, contro spin. Giunsero a un’ampia spiaggia di sabbia bianca. Enormi frangenti giungevano di continuo da un oceano infinito. Roxanny provò gli occhiali ingranditori. Sapeva che cosa avrebbe dovuto vedere, ma l’orizzonte era una linea di foschia: gli occhiali si limitavano a ingrandirla o a raccogliere correnti di calore. Aveva già scrutato centinaia di miglia solamente per scorgere subcontinenti che appartenevano alla stessa piccola mappa. Quanto tempo avrebbe impiegato ad abituarsi alla scala del Ringworld?
Avrebbe avuto una visuale migliore dal tetto dell’arcologia, ma non era una distanza da passeggiata.
Proserpina si soffermò al limitare del giardino quanto bastava per dare istruzioni ai servitori. Non dovevano farsi vedere dagli alieni. Non dovevano interferire con gli alieni. Non dovevano impedire agli alieni l’accesso agli edifici di Penultimo da lungo tempo abbandonati.
Hanuman mangiava e la guardava dall’alto di un albero. Con un gesto Proserpina gli disse di scendere.
— Di chi sei al servizio? — gli chiese.
Il brachiatore rispose con una frase musicale, poi la tradusse in interlingua. — Armonista. Deriva da un?, delle varietà di Notturni. Non sono autorizzato a rivelare i suoi segreti.
— Perché nascondi agli ARM la tua natura? Perché dovrei nasconderla anch’io?
— Una nave della ARM è esplosa tre giorni fa. Ha provocato nel pavimento del mondo un foro che ci avrebbe distrutti. — Descrisse la locazione, con frasi rapide e precise. — Armonista l’ha riparato…
— Come?
— Segreto. Ma i suoi mezzi sono limitati. Un altro evento simile porrebbe fine a tutto. Tu e Armonista e io abbiamo questo in comune. Tenere lontano dal mondo le navi della ARM è la nostra unica speranza. Anche gli Kzinti vanno tenuti lontano. I burattinai ci dominerebbero per renderci affidabili. Renderebbero il Ringworld sicuro, fino a un punto al di là dell’abitabilità. Chissà cosa potrebbero fare gli Esterni. Ci sono altre fazioni. Interroga la detec Gauthier o esamina una qualsiasi libreria della ARM. Parlare loro dei difensori potrebbe spaventarli a morte. Ricompensare con dati preziosi gli invasori…
— Basta chiacchiere, ho capito. E Luis Tamasan?
— Quali fonti hai esaminato?
— Esaminare è esagerato. Ho avuto solo il tempo di dare un’occhiata alle librerie della Gray Nurse e della Hot Needle.
— Cerca “Louis Wu”.
— La Gray Nurse ha il suo rapporto alle Nazioni Unite a seguito della spedizione della Lying Bastard. Anch’io dovrei tenere segreta la sua identità?
— Fa’ come credi. Louis gioca un frivolo gioco di dominanza amorosa con la donna della ARM.
— Stet , per il momento lasceremo tutto come sta.
— Cos’è questo posto? Il mio gregge è in pericolo?
— No, ma tienilo d’occhio, se vuoi. Questo era il dominio di un ribelle, Penultimo. Sarai al mio servizio?
— No. — Risposta chiara, senza esitazione.
— Voglio parlare con Armonista. Come posso fare?
— Dimmi cosa vuoi dirgli. Dammi un veicolo.
— Ho la storia di questa struttura e dei suoi reggenti. Per fare uno scambio. Il Centro Manutenzione non è l’unico segreto del Ringworld. Osi impedire che Armonista abbia le mie conoscenze?
— No. Armonista è più intelligente di te e di me, ma non può agire se non ha dati.
— Dove si trova?
— Lontano, su nell’arco.
— Sei venuto a indagare l’esplosione di antimateria. Hai abbandonato il tuo veicolo, quando la nave della ARM ti ha preso. — Hanuman non reagì. Proserpina continuò: — Non hai un mezzo di trasporto. Io ho solo questa nave magnetica. Costruirne un’altra ci ritarderebbe di giorni. Abbiamo tempo?
— Devo guidarti da Armonista.
Proserpina rifletté. Poteva trovare il modo di proteggere se stessa? O era tempo di morire, se Armonista così avesse deciso?
— Prima di tutto metterò al sicuro le cose qui — disse. — Aspetta fino a domani sera.
Louis Wu non era infelice. Si godeva un lungo riposo, disteso nella scatola di rianimazione. Nessuno s’aspettava niente da lui. Fossero gli altri a vedersela con la Guerra Periferica, i serbatoi di combustibile ad antimateria, il balletto di difensori. Lui sonnecchiava, rifletteva, sonnecchiava…
E si addormentò. O fu addormentato. Si svegliò sotto alti alberi scuri. Vide che il pesante automed della ARM non era più agganciato alla nave pesce luna. E che il jolly incombeva su di lui. Cercò di non sgomentarsi perché lei era tornata da sola. Di sicuro Hanuman era con gli altri: li avrebbe difesi.
Lei chiese: — Stai bene?
— Controlla i dati — replicò.
Lei lo prese alla lettera. — Sei in via di guarigione. Ricevi nutrimento e calmanti. — Diede un colpetto a uno schermo. — Non avresti simili input se non avessi ferite interne. Non ancora guarite. Questa miscela pare ottenuta da radici dell’albero-di-vita o da un analogo sintetico, ma la macchina non te la somministra.
— Davvero? Albero-di-vita? La roba che…
— Qui, questo tubicino.
Louis cercò di mettersi a sedere. — Non riesco a vederlo.
Lei tracciò un segno nell’aria. Louis riconobbe il simbolo, un marchio vecchio cinquecento anni. — Droga di vita.
— Intesa per rimettere a nuovo un corpo di riproduttore imbellettato dall’età. E tu non ne hai bisogno. Sei un vecchio reso giovane. La droga di vita è uno dei segreti di Armonista?
Louis rimase sorpreso. — No. Potrebbe essere un segreto della ARM. — Da bambino gli era stato detto che la droga di vita era stata creata mediante ingegneria genetica su un’erba infestante. Ora fu colpito dal fatto che il trattamento di longevità era stato introdotto, cambiando per sempre la natura umana, circa duemila anni dopo che una nave aliena era giunta nel sistema di Sol. Poteva quadrare.
— Sei fertile. Lo sento dall’odore. Roxanny parlava di iniezioni per inibire la fertilità delle persone.
Louis sorrise. Come avrebbe potuto capire, un difensore asessuato?
— Correvo dietro a una donna, Paula Cherenkov — disse poi. — Sapevo che voleva avere figli. Avevo l’abitudine di svignarmela dallo spazio umano, di tanto in tanto. Pensavo sempre che avrei contrabbandato qualcosa un giorno o l’altro… e invece no. Stavolta andai su Jinx. Alcuni mondi la pensano come chi non ha mai visto lo spazio, quando si tratta di esplosione demografica. Jinx, no. Se hanno bisogno di altro spazio, espandono le regioni terraformate. Su Jinx ottenni che mi annullassero la vasectomia e mi ricollegassero il vas deferens. Poi Paula lasciò la Terra perché voleva una famiglia numerosa. Qualche anno più tardi portai nello spazio conosciuto una nuova specie intelligente. Le NU volevano darmi un diritto di nascita per avere scoperto i Trinoc e la carica di ambasciatore presso di loro. I medici sì aspettavano di riparare ciò che in realtà era già stato riparato. Nessus mi presentò la sua offerta e andai sul Ringworld.
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