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Dean Koontz: Lampi

Здесь есть возможность читать онлайн «Dean Koontz: Lampi» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию). В некоторых случаях присутствует краткое содержание. Город: Milano, год выпуска: 1990, ISBN: 88-200-1025-9, издательство: Sperling & Kupfer, категория: Триллер / на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале. Библиотека «Либ Кат» — LibCat.ru создана для любителей полистать хорошую книжку и предлагает широкий выбор жанров:

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Dean Koontz Lampi
  • Название:
    Lampi
  • Автор:
  • Издательство:
    Sperling & Kupfer
  • Жанр:
  • Год:
    1990
  • Город:
    Milano
  • Язык:
    Итальянский
  • ISBN:
    88-200-1025-9
  • Рейтинг книги:
    4 / 5
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Lampi: краткое содержание, описание и аннотация

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In una tempestosa notte di gennaio Laura Shane viene miracolosamente alla luce grazie all’intervento di uno sconosciuto che annuncia il proprio arrivo con un lampo. Il destino però ha in serbo per lei ben più terrificanti pericoli che supererà con l’aiuto del misterioso personaggio. Ma chi è l’enigmatico protettore? Nel giorno del suo tredicesimo compleanno per Laura è pronta un’agghiacciante rivelazione…

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I lampi si erano fatti più luminosi e i tuoni fecero tremare le pareti.

Laura aveva terminato di sistemare i barattoli sugli scaffali, si alzò e si pulì le mani sul grembiule bianco che indossava sopra la maglietta e i jeans. Era proprio graziosa; con quei bei capelli castani e i grandi occhi scuri, ricordava sua madre in modo sorprendente. «E quanto paga d’affitto Sir Thomas Rospo?»

«Sei pence la settimana.»

«Sta nella stanza accanto alla mia?»

«Sì, la stanza dove c’è la barchetta nello stanzino.»

Rise di nuovo. «Be’, farà meglio a non russare.»

«Lui ha detto la stessa cosa di te.»

Una vecchia Buick malconcia si arrestò davanti al negozio e mentre il guidatore apriva la porta, un terzo fulmine squarciò il cielo che andava oscurandosi. I lampi incendiarono la strada illuminando sinistramente la Buick parcheggiata e le auto di passaggio. Il tuono che seguì scosse l’edificio fino alle fondamenta.

«Wow!» esclamò Laura, andando con passo sicuro verso le vetrine.

La pioggia non aveva ancora cominciato a cadere, ma il vento soffiò improvviso da ovest, trascinando con sé foglie e cartacce.

L’uomo che uscì dalla decrepita Buick blu fissava il cielo attonito. Fulmini e saette cominciarono a squarciare le scure nubi, rispecchiandosi come lame taglienti sulle finestre e sulle auto e a ogni lampo seguiva un tuono che colpiva con tale violenza che sembrava provenire direttamente dalla mano di Dio.

I lampi terrorizzavano Bob. Quando chiamò Laura lei si precipitò dietro il bancone e si lasciò appoggiare una mano sulla spalla, probabilmente più per dare conforto a suo padre che non a se stessa.

L’uomo della Buick si affrettò a entrare nel negozio. Guardando il cielo sconvolto dai fulmini disse: «Visto che roba? Accidenti!»

L’eco del tuono si spense e il silenzio ritornò.

Cominciò a piovere. Prima grosse gocce che colpirono le vetrine debolmente, poi la pioggia divenne torrenziale, una vera cortina al di là della quale non si vedeva nulla.

Il cliente si voltò e sorrise. «Che spettacolo, eh?»

Bob stava per rispondere ma si zittì quando osservò con più attenzione l’uomo. Presagì il pericolo con la stessa sensibilità con cui un cervo può sentire un lupo in agguato. L’individuo indossava un paio di logori stivali di gomma, dei jeans sporchi e sopra una lurida maglietta bianca portava una giacca a vento macchiata, semiallacciata. Aveva la barba incolta e i capelli arruffati dal vento erano unti. Gli occhi febbricitanti erano iniettati di sangue: era un drogato. Avvicinandosi al bancone, da sotto la giacca a vento estrasse una rivoltella e l’apparizione di quell’arma non fu una sorpresa per Bob.

«Dammi quello che hai in cassa, stronzo.»

«Subito.»

«Svelto!»

«Sì, sì, ma stia calmo.»

Il drogato si inumidì le labbra screpolate. «Ehi stronzo, non fare il duro con me.»

«Okay, okay. Ecco», disse Bob cercando di proteggere Laura dietro di sé con una mano.

«Lasciala. Voglio vederla. Voglio vederla bene! Fammi vedere quella fottutissima bambina!»

«Va bene, ma non si agiti.»

L’uomo era fuori di sé, teso come una corda di violino, e tutto il corpo tremava visibilmente. «Lì, lì dove posso vederla. E tu non toccare nient’altro che la cassa. Non ti muovere, non cercare pistole o ti faccio saltare le cervella.»

«Non ho una pistola», lo rassicurò Bob. Lanciò un’occhiata in direzione della vetrina, nella speranza che non sopraggiungessero altri clienti proprio in quel momento. Il drogato sembrava così eccitato che avrebbe potuto colpire chiunque fosse entrato nel negozio.

Laura cercò di spostarsi lentamente da dietro suo padre, ma l’uomo sbraitò: «Ehi, non ti muovere!»

«Ma ha solo otto anni…»

«È una puttana. Grandi o piccole sono tutte delle fottutissime puttane!»

Aveva la voce strozzata. Sembrava ancora più spaventato di Bob e questo non fece che terrorizzare ulteriormente il pover’uomo.

Nonostante la sua attenzione fosse tutta concentrata sul rapinatore e la sua rivoltella, Bob sentì le note di The End of the World , un pezzo di Skeeter Davis, provenire dalla radio. Gli parvero di cattivo auspicio. E sull’onda della superstizione — perdonabile in un uomo che viene tenuto sotto il tiro di una pistola — Bob pregò che quella canzone finisse.

«Ecco, i soldi. Tutto quello che ho. Li prenda!»

L’uomo ripulì la cassa, infilò il bottino nella lurida giacca a vento, e chiese: «Nel retro c’è un magazzino, vero?»

«Perché?»

Con un gesto stizzito, il drogato spazzò dal banco tutta la mercé esposta, facendola cadere a terra. Brandendo la pistola in direzione del proprietario, sbraitò: «Brutto stronzo, so che c’è un magazzino! E adesso andiamo. Nel magazzino!»

Bob spalancò la bocca. «Senta, prenda il denaro e se ne vada. Ha avuto ciò che voleva e adesso per favore vada via.»

Sogghignando, più sicuro di sé con i soldi in tasca e incoraggiato dal terrore che leggeva negli occhi di Bob l’uomo rispose: «Non ti preoccupare, non voglio uccidere nessuno. Ehi, non sono un assassino, che cosa credi? Mi piacciono solo le femmine, ecco tutto. Voglio solo divertirmi con quella puttanella, poi me ne vado di qui.»

Bob si maledisse per non aver avuto una pistola. Laura era immobile, aveva fiducia in lui, e lui non poteva fare niente per salvarla. Quando sarebbero andati nel magazzino, avrebbe aggredito il drogato cercando di disarmarlo. Ma era grasso e lento, incapace di movimenti agili e fulminei. Sarebbe finito a terra mentre quel lurido bastardo portava Laura nel retro e la violentava.

«Muoviti!» gridò spazientito. « Ora! »

Si udì un colpo. Laura lanciò un urlo e Bob la strinse a sé per proteggerla. Il drogato, colpito alla tempia, piombò sui pacchetti di patatine e di chewing-gum. Era morto così in fretta che non aveva avuto neppure il tempo di premere il grilletto.

Sbigottito, Bob si voltò e vide alla sua destra un uomo alto e biondo che impugnava una pistola. Doveva essere entrato dal retro e si era infilato silenziosamente nel magazzino. Appena varcata la soglia del negozio aveva sparato al drogato senza alcun avvertimento. Fissava il corpo senza vita con aria impassibile, come se fosse abituato a quel tipo di azioni.

«Grazie al cielo», disse Bob, «la polizia.»

«Non sono un poliziotto.» L’uomo indossava un paio di ampi pantaloni grigi, una camicia bianca e una giacca scura sotto la quale s’intravedeva una fondina.

Bob era confuso e si chiese se il nuovo arrivato non fosse un altro ladro venuto a finire il lavoretto che il drogato era stato così violentemente costretto a interrompere.

Lo sconosciuto alzò lo sguardo. I suoi occhi erano di un blu chiaro, limpidi e schietti.

Bob fu sicuro di aver già visto quell’uomo, ma non ricordava né dove né quando.

Lo sconosciuto guardò Laura. «Tutto bene, tesoro?»

«Sì», rispose la bambina, stringendosi più forte al padre.

Lo sconosciuto attraversò la stanza evitando il corpo, che adesso puzzava di urina, e chiuse a chiave la porta d’ingresso. Accostò le tendine e guardò preoccupato le vetrine sulle quali scrosciava la pioggia. «Non ci sarà modo di coprirle, immagino. Dobbiamo solo sperare che nessuno passi e guardi dentro.»

«Che cosa volete fare di noi?» chiese Bob.

«Io? Nulla. Non sono un delinquente. Non voglio nulla da voi. Ho chiuso la porta solo per decidere cosa racconterà alla polizia. Ma dobbiamo sbrigarci, prima che qualcuno entri e lo veda.»

«Ma… ma perché ho bisogno di una storia?»

Lo sconosciuto si chinò sul corpo e dalle tasche della giacca a vento macchiata di sangue tirò fuori le chiavi dell’automobile e il denaro. Alzandosi disse: «Ecco. Dovrà dirgli che erano in due. Questo voleva Laura, ma l’altro era così disgustato dall’idea di violentare una bambina che voleva semplicemente andarsene. Ne è seguita una discussione e l’altro ha sparato al complice e ha tagliato la corda con i soldi. Riuscirà a raccontarla in modo che sia credibile?»

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