Patricia Cornwell - La traccia

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Kay Scarpetta, costretta alla libera professione in Florida, viene richiamata con grande urgenza a Richmond, in Virginia, la città che cinque anni prima le aveva voltato le spalle. Chi dirige ora il Dipartimento di Medicina legale è un presuntuoso incompetente e Kay Scarpetta ha la brutta sorpresa di trovare i suoi laboratori in uno stato di completo abbandono. E’ questo il motivo per cui i colleghi di una volta non riescono a venire a capo della morte di una quattordicenne…

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Patricia Cornwell

La traccia

A Ruth e Billy Graham.

Come voi non c’è nessuno. Vi voglio bene.

Grazie a Julia Cameron

che mi ha guidato lungo la via dell’Arte.

A Charlie e Marty e a Irene.

È anche merito vostro.

1

Scavatrici e bulldozer gialli rimuovono terra e pietre da un luogo che ha visto più morti di tante guerre e Kay Scarpetta, a bordo di un fuoristrada preso a noleggio, rallenta fino quasi a fermarsi. Scossa, guarda i macchinari gialli che distruggono quel che resta del suo passato.

«Avrebbero dovuto avvertirmi» dice.

Le sue intenzioni erano abbastanza innocenti, in quella grigia mattina di dicembre. In preda alla nostalgia, aveva pensato di passare davanti all’edificio in cui aveva lavorato tanti anni, senza sapere che lo stavano demolendo. Avrebbero dovuto avvertirla. Sarebbe stato gentile dirle che quel palazzo, in cui aveva trascorso tanto tempo, quando era giovane, piena di sogni e di speranze, quando ancora credeva nell’amore, quel palazzo per cui provava tanta nostalgia, era in demolizione.

Vede avanzare un bulldozer pronto all’attacco, e la sua rumorosa violenza meccanica le sembra allarmante e pericolosa. “Avrei dovuto ascoltare” pensa guardando il palazzo sventrato, con la facciata ormai piena di buchi. “Quando mi hanno chiesto di tornare a Richmond, avrei dovuto ascoltarmi di più.”

“Ho un caso difficile e mi piacerebbe che lei mi desse una mano” le ha detto il dottor Joel Marcus, l’attuale direttore dell’Istituto di medicina legale della Virginia, l’uomo che ha preso il suo posto. L’ha chiamata ieri pomeriggio al telefono e lei non ha prestato attenzione ai propri sentimenti.

“Certamente” gli ha risposto, passeggiando per la cucina della sua casa nel Sud della Florida. “Che cosa posso fare per lei?”

“Una quattordicenne è stata trovata morta nel suo letto due settimane fa, intorno a mezzogiorno. Aveva l’influenza.”

Avrebbe dovuto chiedergli come mai aveva deciso di chiamare proprio lei. Ma non si è data ascolto. “Era a casa da scuola?” gli ha chiesto invece.

“Sì.”

“Sola?” Stava mescolando bourbon, miele e olio d’oliva e teneva la cornetta appoggiata sulla spalla.

“Sì.”

“Chi l’ha trovata? Com’è morta?” ha chiesto versando il miscuglio dentro un sacchetto di plastica che conteneva una bistecca di filetto.

“A trovarla è stata la madre e la causa di morte è ancora da accertare” ha risposto Marcus. “Sembrerebbe tutto normale, a parte il fatto che non si capisce come mai è morta.”

Kay Scarpetta ha messo la bistecca a marinare nel frigo e ha aperto il cassetto in cui tiene le patate, poi ha cambiato idea, ha deciso di fare il pane ai cereali, e lo ha richiuso. Non riusciva a stare ferma, e tantomeno seduta; era nervosa e cercava di non farlo capire. Perché il dottor Marcus l’aveva chiamata? Avrebbe dovuto chiederglielo.

“Con chi abitava la ragazza?” gli ha domandato invece.

“Preferirei parlarne di persona” le ha risposto Marcus. “È un caso complicato.”

Kay stava per dirgli che non poteva aiutarlo, che era in partenza, che aveva in programma due settimane ad Aspen, ma non lo ha fatto. Non lo ha fatto perché non è vero: la vacanza è stata rimandata, o forse annullata del tutto, benché decisa da mesi. Non è riuscita a mentire ed è ricorsa a una scusa più professionale: “Non posso venire a Richmond perché sto lavorando a un caso molto complesso, una morte per impiccagione che i familiari non vogliono rassegnarsi a considerare un suicidio”.

“E perché?” le ha domandato Marcus. Più parlava, meno lei lo ascoltava. “Problemi razziali?”

“Il morto è salito su un albero, si è messo un cappio intorno al collo e si è ammanettato per non poter più cambiare idea” ha spiegato lei, aprendo uno sportello della cucina. “Quando è saltato giù dal ramo, la corda gli ha spezzato la seconda vertebra cervicale e gli ha spinto in avanti il cuoio capelluto, così che, quando lo hanno trovato, aveva un’espressione corrucciata, una sorta di smorfia di dolore. I suoi parenti, qui nel Mississippi, dove l’omosessualità è ancora poco accettata, non riescono a spiegarsi l’espressione del morto e le manette.”

“Non sono mai stato nel Mississippi” è stato il commento di Marcus, che forse voleva dire che non gliene fregava niente né del morto impiccato né di nessuna tragedia che non lo riguardasse personalmente. Ma Kay Scarpetta non lo stava ascoltando e non capiva.

“La aiuterei volentieri” gli ha detto aprendo una bottiglia di olio extravergine di oliva non filtrato, che non aveva nessuna necessità di aprire. “Però non credo che sia una buona idea.”

Era arrabbiata, ma non voleva ammetterlo con se stessa e passeggiava per la sua bella cucina allegra e attrezzatissima, con gli elettrodomestici in acciaio inossidabile e i piani di granito, guardando dalla finestra la Intracoastal Waterway. Era arrabbiata di non andare ad Aspen, ma le seccava ammetterlo. Era arrabbiata, arrabbiatissima, ma non voleva essere scortese con Marcus ricordandogli che fino a qualche tempo prima aveva ricoperto lei la sua carica e che, quando l’avevano mandata via, aveva deciso di non mettere mai più piede a Richmond. Però Marcus stava zitto e lei ha dovuto spiegargli che il suo trasferimento non era stato propriamente amichevole, come lui senz’altro sapeva.

“È passato molto tempo, Kay” le ha fatto notare allora. Lei era stata abbastanza rispettosa e professionale da chiamarlo dottor Marcus e da dargli del lei: come si permetteva quel villano di chiamarla per nome? Si è offesa, ma poi si è detta che probabilmente lui voleva solo essere cordiale e amichevole, che non doveva essere ipersensibile e negativa: possibile che la gelosia la spingesse a essere tanto prevenuta nei suoi confronti? In fondo, che cosa c’era di male a chiamarla Kay? si disse. E, ancora una volta, non aveva dato retta al proprio istinto.

“Il governatore nel frattempo è cambiato” ha continuato Marcus. “Probabilmente la signora che ricopre attualmente la carica non l’ha mai sentita nominare.”

Stava forse cercando di umiliarla, facendole capire che era così poco importante e che nessuno sapeva chi era? Ma poi si è detta che stava veramente esagerando, che Marcus non voleva certo offenderla.

“È talmente presa dalla crisi finanziaria e dall’allarme terrorismo che…”

Kay si rimprovera di essere tanto negativa nei confronti del medico che ha preso il suo posto. In fondo Marcus le ha soltanto chiesto una mano in un caso difficile: che male c’è? È normale che i manager usciti da un’azienda vengano poi richiamati in qualità di consulenti. E comunque Aspen è saltata.

“… gli obiettivi in Virginia sono talmente tanti: basi militari, l’accademia dell’FBI, un campo di addestramento della CIA, la Federal Reserve… Non avrà problemi con il governatore, Kay. È una donna troppo ambiziosa, aspira ad arrivare a Washington, non ha mai manifestato il minimo interesse per il mio lavoro” ha continuato Marcus con il suo accento del Sud, cercando di persuadere Kay che tornare a Richmond dopo cinque anni e offrire una consulenza all’Istituto di medicina legale da cui era stata licenziata non avrebbe creato nessun problema, anzi, sarebbe passato del tutto inosservato. Poco convinta, Kay Scarpetta più che altro ha pensato ad Aspen, a Benton, al fatto che lui era in montagna senza di lei. Il tempo per occuparsi di un altro caso c’era, non aveva impegni pressanti.

Gira lentamente intorno alla vecchia sede dell’Istituto di medicina legale della Virginia, assediata da macchinari gialli simili a enormi insetti voraci dalle fauci di metallo. Ci sono scavatori e camion ovunque e il frastuono è assordante.

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