Blake Pierce - Prima Che Senta

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In PRIMA CHE SENTA (Un Mistero di Mackenzie White – Libro 6), all’agente speciale dell’FBI Mackenzie White viene affidato un caso che la lascia sbalordita: le vittime sono tutte cieche. Questo significa forse che anche l’assassino è cieco?Immersa nel mondo dei non vedenti, Mackenzie fatica a comprendere, sentendosi come un pesce fuor d’acqua mentre attraversa il Paese in lungo e in largo per parlare con badanti, case-famiglia, bibliotecari, esperti e psicologi. Ma neppure con l’aiuto delle menti più brillanti Mackenzie riesce a fermare la furia omicida del killer. Ha infine trovato un avversario del suo livello?Thriller-noir psicologico dalla suspense mozzafiato, PRIMA CHE ABBIA SENTA è il libro #6 in una nuova, avvincente serie – con un nuovo, irresistibile personaggio – che vi terrà incollati alle pagine fino a tarda notte. Di Blake Pierce è anche disponibile il best-seller IL KILLER DELLA ROSA (Un Mistero di Riley Paige – Libro #1), con più di 900 recensioni da cinque stelle, da scaricare gratuitamente!

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“E chi sarebbe?” chiese Mackenzie.

“Langston Ridgeway. Ventotto anni e si crede John Fottuto Kennedy.”

“Ah sì?” disse Mackenzie, in parte stupita che quel particolare non fosse emerso dai verbali.

“Già. Come abbiano fatto i giornali a ottenere questa informazione è un mistero. Il più delle volte non riescono a scrivere un articolo corretto.”

“Ho visto le indicazioni per la Casa per Ciechi Wakeman mentre venivamo qui” disse Mackenzie. “È a soli dieci chilometri da qui, vero?”

“Esatto” confermò Clarke. “Stavo giusto parlando con Randall Jones, il direttore. Era con lui che ero al telefono quando siete entrati. Adesso si trova nella casa, per rispondere a tutte le vostre domande. Prima fate meglio è, la stampa e alcuni pezzi grossi gli stanno già col fiato sul collo.”

“Bene, allora ci andiamo subito” disse Mackenzie. “Lei viene con noi?”

“Non esiste, tesoro. Sono già impantanato qui. Se volete, potete tornare qui quando avrete finito con Randall. Farò quello che posso per aiutarvi, ma sul serio... vorrei che ve la sbrigaste da soli.”

“Nessun problema” disse Mackenzie. Non era ben sicura di come gestire Clarke. Era schietto e senza mezzi termini, il che era un bene. Inoltre, sembrava piacergli condire le sue frasi di parolacce. Pensò anche che non la chiamava tesoro a mo’ di insulto. Faceva parte dello strano fascino del sud.

Senza contare che era a dir poco stressato.

"Torneremo appena avremo finito alla casa" disse Mackenzie. "Ci chiami se salta fuori qualcosa di nuovo prima di allora.”

"Naturalmente" disse Clarke.

Nell' angolo, mentre continuava a scrivere al cellulare, l’agente Lambert bofonchiò un saluto.

Dopo aver trascorso meno di tre minuti nell'ufficio dello sceriffo Clarke, Mackenzie ed Ellington ripercorsero il corridoio uscendo nell’atrio, dove la signora di prima, che Mackenzie immaginò fosse Frances, li salutò agitando una mano.

"Be ', è stato... interessante", commentò Ellington.

“Quell'uomo non sa più dove prender. Dagli tregua".

"Ti piace solo perché ti chiama tesoro" la stuzzicò Ellington.

"Quindi?" disse sorridendo.

"Potrei cominciare anch’io a chiamarti così, tesoro."

"Ti prego, evita" disse mentre entravano in macchina.

Ellington percorse un chilometro sull'autostrada 47, per poi svoltare su una strada secondaria. Videro subito un’indicazione per la Casa per Ciechi Wakeman. Mentre si avvicinavano alla proprietà, Mackenzie iniziò a domandarsi perché qualcuno avesse scelto quella località sperduta e isolata per una casa per i non vedenti. Sicuramente c'era sotto una qualche motivazione psicologica. Forse stare in mezzo al nulla li aiutava a rilassarsi, lontano dai rumori costanti della città.

L’unica cosa che poteva affermare con sicurezza era che, man mano che gli alberi si facevano più fitti intorno a loro, cominciava a sentirsi sempre più distaccata dal resto del mondo. E per la prima volta da molto tempo, desiderò rivedere i paesaggi familiari della sua infanzia.

CAPITOLO TRE

La Casa per Ciechi Wakeman non era affatto come Mackenzie se la immaginava. Contrariamente al Dipartimento di Polizia e Penitenziario della Contea di Stateton, la Wakeman era una meraviglia di architettura moderna, e lo si notava anche prima di mettervi piede all’interno.

Le grandi vetrate ricoprivano quasi interamente la facciata dell’edificio. A metà del marciapiede che portava all’ingresso, Mackenzie poteva già scorgere l’interno. Vide un ampio atrio che pareva uscito da una spa. Aveva un aspetto accogliente ed invitante.

Quella sensazione aumentò una volta che furono dentro. Tutto era lindo e sembrava nuovo. Facendo qualche ricerca mentre arrivavano a Stateton, aveva scoperto che la costruzione della Wakeman risaliva soltanto al 2007. La novità era stata accolta con entusiasmo nella contea, poiché aveva creato nuovi posti di lavoro e aumentato il giro d’affari. Nonostante fosse ancora uno degli edifici più eminenti della cittadina, l’entusiasmo si era placato e l’edificio sembrava essere stato inghiottito dalle campagne circostanti.

Una giovane donna era seduta dietro un bancone curvo in fondo alla stanza. Li salutò con un sorriso, anche se era evidente che fosse turbata. Mackenzie ed Ellington la raggiunsero, si presentarono e furono invitati a sedersi nella sala d’attesa per aspettare Randall Jones.

Come si scoprì, Randall Jones era estremamente impaziente di incontrarli. Mackenzie era seduta da non più di dieci secondi quando la doppia porta che separava l’atrio dal resto dell’edificio si aprì. Si fece avanti un uomo alto che indossava una camicia e un paio di pantaloni chino. Anche lui sorrise presentandosi ma, proprio come l’addetta alla reception, non riuscì a mascherare la propria stanchezza e turbamento.

“Sono contento che siate arrivati subito” disse Jones. “Prima riusciamo a chiudere il caso, meglio è. I pettegolezzi stanno divampando.”

“Anche noi speriamo di concludere nel minor tempo possibile” disse Mackenzie. “Sa dov’è stato trovato il corpo di preciso?”

“Sì, in un roseto a meno di un chilometro da qui. Era il punto in cui originariamente sarebbe dovuta sorgere la Wakeman, ma per colpa di uno strano piano regolatore non è stato così.”

“Potrebbe accompagnarci là?” chiese Mackenzie.

“Certamente. Seguitemi.”

Jones li scortò oltre la porta da cui era arrivato. Al di là di essa c’era un minuscolo disimpegno che portava direttamente nella casa. Le prime porte che superarono erano uffici o sgabuzzini. Quell’area era separata dalle stanze dei residenti da una zona aperta adibita ad ufficio, dove un uomo e una donna sedevano dietro ad un bancone, proprio come in un ospedale.

Passando davanti alle stanze, Mackenzie sbirciò in alcune che avevano la porta aperta. Le camere erano piuttosto ampie e ben ammobiliate. In alcune vide anche portatili e tablet.

Nonostante si trovino in mezzo al nulla, a quanto pare i fondi non mancano, pensò.

“Quanti ospiti vivono qui?” chiese Mackenzie.

“Ventisei” disse. “E vengono da tutto il Paese. Abbiamo un anziano signore che è arrivato fin qui dalla California per i servizi eccezionali e la qualità di vita che offriamo.”

“Perdoni la mia ignoranza” disse Mackenzie, “ma che cosa si fa qui esattamente?”

“Be’, abbiamo corsi che includono un’ampia gamma di interessi. Naturalmente sono corsi particolari, adattati alle loro esigenze. Abbiamo corsi di cucina, di fitness, un club di giochi da tavolo e uno di quiz, corsi di giardinaggio, artigianato, cose del genere. Inoltre, un paio di volte l’anno, organizziamo delle escursioni per insegnare a nuotare o fare trekking. Abbiamo anche due animi intrepidi che praticano canoa ogni volta che usciamo.”

Sentire tutto quello fece sentire Mackenzie allo stesso tempo insensibile e felice. Non aveva idea che le persone completamente cieche potessero diventare brave a nuotare o andare in canoa.

Una volta giunti in fondo al corridoio, Jones li guidò verso un ascensore. Una volta dentro, iniziarono a scendere e Jones si appoggiò alla parete, chiaramente esausto.

“Signor Jones” disse Mackenzie, “sa come hanno fatto i giornali locali a imparare dell’omicidio?”

“Non ne ho idea” disse l’uomo. “Questo è uno dei motivi per cui sono così stanco. Ho interrogato a fondo il mio personale, ma ne sono usciti tutti puliti. È chiaro che c’è una fuga di informazioni, ma non ho idea della provenienza.”

Mackenzie annuì. Non c’è da preoccuparsi, pensò. Una fuga di notizie in una città tanto piccola è quasi scontata. Ad ogni modo, non dovrebbe intralciare le indagini.

L’ascensore si fermò, aprendosi su una sorta di seminterrato. C’erano alcune sedie sparse, ma Jones li portò alla porta dritto davanti a loro. Si ritrovarono all’esterno, proprio dietro l’edificio, davanti ad un parcheggio riservato ai dipendenti.

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