UN CASO IRRISOLTO
(UN MISTERO DI RILEY PAIGE—LIBRO 8)
B L A K E P I E R C E
Blake Pierce
Blake Pierce è l’autore della serie di successo dei misteri di RILEY PAGE, che include nove libri (e oltre). Blake Pierce è anche autore della serie dei misteri di MACKENZIE WHITE, composta da sei libri; della serie dei misteri di AVERY BLACK, composta da quattro libri (e oltre); e della nuova serie dei misteri di KERI LOCKE.
Accanito lettore, da sempre appassionato di romanzi gialli e thriller, Blake apprezza i vostri commenti; pertanto siete invitati a visitare www.blakepierceauthor.comper saperne di più e restare in contatto.
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LIBRI DI BLAKE PIERCE
I MISTERI DI RILEY PAIGE
IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)
IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)
OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3)
IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4)
KILLER PER CASO (Libro #5)
CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6)
MORTE AL COLLEGE (Libro #7)
UN CASO IRRISOLTO (Libro #8)
UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9)
I MISTERI DI MACKENZIE WHITE
PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)
UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)
PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)
I MISTERI DI AVERY BLACK
IL KILLER DI COLLEGIALI (Libro #1)
CORSA CONTRO IL TEMPO (Libro #2)
FUOCO A BOSTON (Libro #3)
I MISTERI DI KERI LOCKE
UNA TRACCIA DI MORTE (Libro #1)
INDICE
PROLOGO
CAPITOLO UNO
CAPITOLO DUE
CAPITOLO TRE
CAPITOLO QUATTRO
CAPITOLO CINQUE
CAPITOLO SEI
CAPITOLO SETTE
CAPITOLO OTTO
CAPITOLO NOVE
CAPITOLO DIECI
CAPITOLO UNDICI
CAPITOLO DODICI
CAPITOLO TREDICI
CAPITOLO QUATTORDICI
CAPITOLO QUINDICI
CAPITOLO SEDICI
CAPITOLO DICIASSETTE
CAPITOLO DICIOTTO
CAPITOLO DICIANNOVE
CAPITOLO VENTI
CAPITOLO VENTUNO
CAPITOLO VENTIDUE
CAPITOLO VENTITRE’
CAPITOLO VENTIQUATTRO
CAPITOLO VENTICINQUE
CAPITOLO VENTISEI
CAPITOLO VENTISETTE
CAPITOLO VENTOTTO
CAPITOLO VENTINOVE
CAPITOLO TRENTA
CAPITOLO TRENTUNO
CAPITOLO TRENTADUE
CAPITOLO TRENTATRE’
CAPITOLO TRENTAQUATTRO
CAPITOLO TRENTACINQUE
CAPITOLO TRENTASEI
CAPITOLO TRENTASETTE
CAPITOLO TRENTOTTO
CAPITOLO TRENTANOVE
CAPITOLO QUARANTA
CAPITOLO QUARANTUNO
L’uomo entrò nel Patom Lounge, ritrovandosi subito avvolto da una densa nube di fumo di sigaretta. Le luci erano soffuse, una vecchia canzone heavy metal risuonava dagli altoparlanti, e già lui cominciava a sentirsi impaziente.
Il locale era troppo caldo ed affollato. Mentre faceva alcuni passi indietro, sentì una breve risata, si voltò e vide dinnanzi a sé un gruppo di cinque ubriachi che giocavano a freccette. Accanto a loro, era in corsa una movimentata partita a biliardo. Pensò che prima fosse uscito di lì, meglio sarebbe stato.
Poi, guardandosi intorno nella stanza ancora per qualche secondo, posò gli occhi su una ragazza seduta al bar.
Era graziosa e sfoggiava un taglio di capelli moderno. Era troppo ben vestita per un posto del genere.
Starà benissimo, l’uomo pensò.
Si avvicinò al banco del bar, occupando uno sgabello accanto a lei, e sorrise.
“Come ti chiami?” le chiese.
Poi, si rese conto che non avrebbe potuto affatto sentirlo al di sopra della confusione generale.
Lei lo guardò, ricambiò il sorriso, si toccò le orecchie e scosse la testa.
Lui ripeté la domanda a voce più alta, muovendo le labbra in maniera esagerata.
La donna gli si avvicinò. Quasi gridando, rispose: “Tilda, e tu?”
“Michael” fu la risposta, pronunciata a voce non molto alta.
Naturalmente, non si trattava del suo vero nome, ma probabilmente non aveva alcuna importanza. Dubitava che lei potesse sentirlo. Non sembrava importarle.
Guardò il bicchiere della donna, notando che era quasi vuoto. Sembrava un margarita. Indicò il bicchiere e propose ad alta voce: “Ti va un altro?”
Sempre sorridente, la donna di nome Tilda scosse la testa, declinando.
Ma non lo stava respingendo. Ne era sicuro. Era giunto il momento di fare una mossa azzardata?
Prese un tovagliolo, ed estrasse una penna dalla tasca della camicia.
Scrisse sul tovagliolo …
Ti va di andare da un’altra parte?
La donna lesse il messaggio e sorrise. Esitò per un istante, ma l'uomo sentiva che era lì in cerca di un brivido. E sembrava contenta di averne trovato uno.
Finalmente, Tilda annuì.
Prima di lasciare il locale, lui prese una scatola di fiammiferi con sopra il nome del bar.
Ne avrebbe avuto bisogno più tardi.
La aiutò ad infilarsi il cappotto, e poi uscirono dal locale. La fresca aria primaverile e l’improvviso silenzio erano stupefacenti, dopo tutto il rumore ed il caldo.
“Accidenti” esclamò la donna, mentre camminavano insieme. “Sono quasi diventata sorda là dentro.”
“Presumo che non ci vada spesso” azzardò.
“Infatti” fu la conferma.
La donna non approfondì, ma era certo che quella fosse la sua prima volta al Patom Lounge.
“Nemmeno io” le disse. “Che bettola.”
“Puoi ripeterlo.”
“Che bettola” lui disse.
Scoppiarono entrambi a ridere.
“Laggiù c’è la mia auto” disse, facendo un cenno. “Dove ti piacerebbe andare?”
Lei esitò di nuovo.
Poi, con uno scintillio malizioso nello sguardo, lei esclamò: “Sorprendimi.”
Ebbe la conferma di aver avuto ragione. La donna era andata lì in cerca di un brivido.
A dire il vero, anche lui.
Le aprì la portiera destra della sua auto, facendola salire. Poi andò al volante e cominciò a guidare.
“Dove andiamo?” lei chiese.
Con un sorriso e un occhiolino, le rispose: “Hai detto di sorprenderti.”
Lei rise. La sua risata sembrava nervosa ma al contempo compiaciuta.
“Immagino che tu viva qui a Greybull” chiese.
“Nata e cresciuta” lei disse. “Non credo di averti mai visto prima d’ora. Vivi qui intorno?”
“Non molto lontano” rispose.
Tilda rise di nuovo.
“Che cosa ti conduce in questa piccola cittadina noiosa?”
“Affari.”
Lei lo guardò, con un’espressione incuriosita. Ma non insisté sull’argomento. Non sembrava molto interessata a conoscerlo. E questo era un bene per lui.
Si fermò nel parcheggio di uno squallido piccolo motel, chiamato Maberly Inn, di fronte alla camera 34.
“Sono già stato in questa camera” riprese.
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