Marco Fogliani - Scherzi Del Natale

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La magia del Natale in una serie di racconti scritti nell'arco di oltre vent'anni.
Di seguito l'elenco ed una breve descrizione dei racconti:
Un Natale diverso (Il racconto di un padre separato che trascorre un Natale diverso, facendo volontariato in una casa di cura, insieme alla figlia)
Si chiamava Pasquale (Storia di un ragazzo sempliciotto di nome Pasquale che si realizza impersonando il ruolo di un Banno Natale in un centro commerciale)
Le miniere di Babbo Natale (Un Babbo Natale un po' fuori dagli schemi; un luogo favoloso a metà tra il Paese dei Balocchi di Pinocchio e il mondo di Hansel e Gretel. E nel finale un altro piccolo miracolo natalizio. Storia tra sogno e realtà, dedicata ai bimbi più vivaci e ai più golosi, di un bambino in attesa di Babbo Natale la notte della vigilia)
Buon Natale, Bernard! (Un manager americano riesce a modo suo a vivere un po' più intensamente del solito l'atmosfera natalizia, occupandosi, tra l'altro, di un barbone a cui per il Natale procura un bagno caldo, un vestito pulito ed una notte trascorsa al coperto)
Un messaggio per Babbo Natale (Un'avventura speciale per due bambini piccoli che, con la loro mamma, in un Natale nevoso raggiungono il loro papà ferroviere al lavoro per scambiarsi gli auguri di Buon Natale)
Natale di guardia (Un Natale particolare per un soldatino che, di guardia la notte di Natale, ha la disavventura di imbattersi in un vecchietto con vestito rosso e barba bianca che vuole scavalcare il muro di cinta  ...)
Lettera a Babbo Natale (La letterina a Babbo Natale di un bambino che ha appena imparato non solo a scrivere, ma anche altre cose importanti della vita)
Una notte movimentata (Storiella natalizia di un barbone che passa una vigilia di Natale travagliata: prima sventa involontariamente un furto, poi trova un orologio, viene cacciato del suo rifugio, scivola e finisce all'ospedale ... Ma poi, per un prodigio  ...)
Miracolo di Natale in casa Sparapifferi (Una botta in testa durante la preparazione dell'albero rende la vedova Sparapifferi generosa ed altruista in modo inconsueto, forse anche troppo. Ma poi, smontando l'albero, un'altra caduta riporta la situazione alla normalità)
Il regalo di Natale (Annunciato con un anno di anticipo da un misterioso regalo di Natale, finalmente l'arrivo di un figlio per una coppia che lo desiderava tanto)
Il panettone di babbo Natale (Come talvolta, misteriosamente, la forza del Natale e della tradizione possa vincere anche le leggi economiche: le curiose vicende di una piccola azienda artigianale che produce panettoni, gestita prima dal signor Natale padre e poi dal signor Natale figlio, brillante neolaureato)
Dal nostro inviato speciale (Piccola cronaca di quello che in un primo tempo era stato un interpretato come tentativo di furto, e poi si è rivelato come una consegna di regali natalizi)
Babbo Natale, gli gnomi ribelli e la befana (Spiegazione fantasiosa sul perché in alcuni posti i regali vengano portati da Babbo Natale, ed in altri dalla Befana)
Super-football megastore (Ambientato nel futuro prossimo, il presidente di una squadra di calcio ”regala” ai suoi figli la realizzazione di alcuni loro desideri particolari) 
Il Natale del profugo (Un episodio che ricorda non a caso sia la nascita di Gesù, che la fuga di una famigliola da una nazione travagliata dalla guerra)
Quando Fuffy si è smarrito (Storia, vista da due diverse angolature, di una bambina che smarrisce il suo migliore amico, a cui in qualche modo l'intervento di Babbo Natale riesce ad essere d'aiuto)
Michela e lo specchio (La storia di una mezza specie di Babbo Natale rimbambito rimasto chiuso in un armadio pignorato e portato a un deposito giudiziario, ovvero come una bambina che già non credeva più a Babbo Natale tornò a crederci.)
Dato il carattere tematico della raccolta, si avverte che alcuni dei racconti potrebbero essere presenti anche in altre raccolte tematiche dello stesso autore.

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Nel frattempo aveva iniziato a farsi giorno, ma nonostante questo Tommaso, preso dai suoi dolori, non fece neanche caso al pacco regalo appoggiato vicino al letto del fratellino.

Più osservatrice fu la sua mamma che, stringendo la mano di Tommaso tra le sue, la vide sporca di cioccolato e la sentì appiccicosa di miele e zucchero.

“Ma che cosa hai fatto alle mani? Ah, adesso capisco! Hai fatto indigestione di dolci. Chissà da dove li hai presi.”

“Certo oggi dovrai mangiare in bianco. E niente dolci”, aggiunse il papà. “Peccato. Babbo Natale aveva portato un sacchetto di gelatine di frutta, proprio le tue preferite.”

“Le regalo tutte a mio fratello”, rispose Tommaso, provocando nei suoi genitori, con questa risposta inaspettatamente generosa, una ulteriore preoccupazione per il suo stato di salute. “Ma per me Babbo Natale non ha portato niente altro?”, chiese Tommaso preoccupato.

Gli rispose il papà, che il giorno prima non era riuscito a trovare il regalo che aveva in mente e non sapeva con esattezza quando avrebbero riaperto i negozi. “Ha lasciato scritto che, per motivi tecnici, il tuo pacco arriverà con almeno un giorno di ritardo. E sempre che ti comporti bene, naturalmente!”,

E fu così che quell'anno Tommaso, incredibile a udirsi, non solo si limitò nei dolci e regalò tutte le sue gelatine di frutta al fratello, ma si può dire che, almeno fino alla fine delle vacanze di Natale, si comportò come un bravo bambino.

​UN NATALE DIVERSO

(2009)

"Signor Maggi, ancora qui a quest'ora, la vigilia di Natale?"

Il mio capo si era affacciato nel mio ufficio. Dall'abbigliamento sembrava in procinto di uscire.

"Si", gli dissi, "ma non sto facendo straordinari. Sto solo aspettando che ci sia meno traffico per andare a casa."

Lui mi guardò nel modo in cui era solito far capire a qualcuno che non la beveva. Dovetti confessare.

"Il fatto è che il Natale è la festa in cui si sta in famiglia … Anzi, è proprio la festa della famiglia, se vogliamo. E la mia situazione familiare in questo momento non è affatto felice. Mia moglie vuole la separazione. Per me sarà un Natale abbastanza difficile, sicuramente il più brutto della mia vita."

"Capisco", mi disse lui comprensivo. "Stasera lo passerà coi tuoi genitori."

"No. Loro non lo sanno ancora, e non voglio rovinargli le feste con queste notizie. Glielo dirò poi con calma, quando lo riterrò opportuno. Per fortuna vivono lontano, in un'altra città."

"Se non ha prospettive migliori può venire a cenare con noi stasera, se vuole. Sarà il benvenuto."

"La ringrazio di cuore, ma penso che non ce ne sia bisogno. Mi ospita un amico, ci terremo compagnia. Lei tutto bene in famiglia, vero?"

"Si. Oggi mia moglie è andata a fare shopping. Ogni anno per Natale le regalo una ricarica di mille euro sulla carta prepagata, da spendere come vuole, e la faccio felice. L'anno scorso ci si è comprata un cappello ed un collo di pelliccia, ed era così contenta dell'acquisto che ha voluto che andassimo alla messa di mezzanotte solo per farlo vedere a tutto il vicinato. Le donne sono fatte così: spesso non è proprio facile capirle. Nessuno sa bene come vadano gestite. Beh, se cambia idea e vuole passarmi a trovare durante le feste, il mio telefono ce l'ha. Mi raccomando, cerchi di trascorrere il Natale il meglio possibile."

Mi strinse la mano ed uscì. Dopo un paio di minuti il rombo della sua Alfetta che usciva dal garage, poi l'ufficio tornò nel silenzio.

La sera della vigilia passò mestamente, le uniche emozioni furono la telefonata di mia figlia e quella coi miei genitori. Con mia figlia anche la cospirazione per fare in modo che i suoi nonni non sapessero che non ero a casa: ero uscito per comprare non so cosa. Alla fine, con mio stupore, mi sembrò che non sospettassero di nulla, non so se perché troppo vecchi e rimbambiti, o perché troppo sensibili e comprensivi.

Per Natale, però, mi aspettava una giornata speciale. Mi svegliai con entusiasmo, sapendo quello che mi attendeva. Quando, pronto per uscire di casa, accesi il cellulare, mia figlia mi chiamò, come se fosse stata lì a spiarmi.

"Ciao papà, sono Chiara. Posso venire a stare con te oggi?"

"Certo, volentieri", le risposi entusiasta. "Io però ho in programma di fare alcuni giri, e sono già quasi in ritardo. Se ti va di venire con me passo a prenderti tra venti minuti: fatti trovare pronta con scarpe da ginnastica e abiti comodi."

"D'accordo. Allora a tra poco."

Naturalmente si fece un po' aspettare, ma per la sua compagnia valeva la pena che facessi un piccolo cambiamento di programma.

"Dove stiamo andando?", mi chiese Chiara.

"Verso le colline. Hai mai sentito parlare del paese di S. Vittorino?"

"Dove abitavi tu da ragazzo, se non sbaglio."

"Esatto. Adesso che tutto quanto ho costruito con tua madre viene messo in discussione, ho sentito l'esigenza di un ritorno al passato, a quello che per me da giovane era importante. A S. Vittorino una volta c'erano una casa di riposo ed un gruppo di volontari che almeno due volte a settimana si organizzava per andare a trovare quei vecchietti, a portar loro un po' di compagnia e di affetto. Fortunati loro, ma soprattutto fortunati noi, che avevamo modo di vivere e conoscere un po' l'amore, il lato migliore di noi stessi. Quei volontari e quei vecchietti ci sono ancora, anche se ovviamente sono altre persone. E l'esigenza di riscoprire il lato migliore di me stesso è ritornata. Potrebbe essere una bella esperienza anche per te, vedrai. Conoscerai gente simpatica, e in gamba."

Chiara rimase impassibile. Trovavo in lei qualcosa di strano, senza riuscire a capire esattamente cosa.

"E poi c'è un altro motivo per cui vado a S. Vittorino, sempre legato alla mia adolescenza. Ma te ne parlerò al ritorno, così avrai modo di capirlo meglio."

Pochi giorni che non vedevo mia figlia, e già mi sembrava cambiata. Più adulta, direi. Sicuramente era lei a risentire di più della mia lontananza da casa.

"E tu come hai passato la Vigilia? Come ti trovi con quell'amico di tua madre?", le chiesi.

"Niente di speciale. Ha un sacco di soldi, e mi riempie di regali. Credo che se dicessi che voglio il motorino lo troverei pronto in garage il giorno dopo. Mi dà un po' fastidio. Mi dà come l'impressione che cerchi sempre di comprare il mio favore."

"Non devi biasimarlo troppo. Ognuno usa i mezzi che ha, e lui ha quelli. E poi dietro questo atteggiamento c'è tua mamma. Non è che voglia parlar male di lei, intendiamoci: ma la conosco bene. Io non credo che lui abbia conquistato tua mamma comprandola, ma che sia lei ad essersi venduta. Sono convinto che se avessi avuto uno stipendio doppio di quello che ho, non mi avrebbe lasciato. Ma purtroppo sono quello che sono."

In fondo, pensai tra me, questa situazione per me un domani avrebbe potuto avere i suoi vantaggi: magari non mi sarei dovuto svenare per gli alimenti, come succede a tanti.

"Si, anch'io ho avuto l'impressione che ci fosse mamma dietro ad alcuni regali. Vuoi una gomma da masticare?", mi chiese.

"Sai che detesto le gomme da masticare. E soprattutto detesto vedere te che le mastichi in continuazione", risposi così d'istinto.

Lei rimise dentro le gomme, anche la sua, senza fiatare. Si, mia figlia era davvero cambiata. Forse avevo dato la risposta sbagliata: magari un domani Chiara per poter masticare liberamente non avrebbe più voluto vedermi. Però rimasi sulla mia posizione, e non dissi nulla.

Arrivammo alla salita di S. Vittorino e trovai parcheggio. Salimmo a piedi fino alla piazza principale, dove si concentravano gli edifici più importanti del paese, tra cui la chiesa principale.

"In genere vado coi ragazzi alla messa delle undici, ma oggi ho fatto molto tardi. E' inutile entrare a quest'ora."

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