“Sono contenta che tu sia riuscito a venire” gridò Jade, sovrastando la musica.
“Grazie per avermi invitato”.
Seguì un silenzio tra i due con in sottofondo la musica spacca-timpani. Nessuno di loro seppe cosa dire, e i due si fissarono per diversi secondi fino a quando Jade disse “Hai un buon odore, cos’hai su?” Riferendosi al dopobarba di Cake.
Cake sembrò rifletterci, le rivolse un ghigno e poi rispose “Quello che ho fra le gambe, ma non penso che tu sia in grado di fiutarlo” e scoppiò a ridere.
Jade sembrò confusa, ma poi capì. Fu sufficiente a rompere il ghiaccio, quindi Jade ridacchiò e disse “Beh, sarebbe un peccato sprecare un alzabandiera”. Jade gli sottrasse la bottiglia di mano e la posò sul tavolo.
“Andiamocene, vieni con me in un posto più tranquillo” disse lei, e poi suggerì “Andiamo a casa mia”.
La coppia camminò mano nella mano, uscendo dalla discoteca con i kickboxer che esultarono.
Jade aveva qualche anno in più di Cake, i capelli marroni mossi, gli occhi castani e i tratti sbarazzini. Ricordava una Catherine Zeta-Jones più bassa e muscolosa. Cake era meravigliato dal corpo femminile e ben definito di lei, che ammirò per bene quando una fredda mattina di Natale i due si ritrovarono nudi tra le braccia l’uno dell’altra nel letto singolo di Jade al suo appartamento al piano superiore del salone di bellezza.
A Cake venne la nausea quando i forti odori chimici che aleggiavano nel locale al piano terra gli raggiunsero le narici. Era quasi in grado di captare il medesimo lezzo su Jade, la quale tuttavia aveva un profumo molto migliore delle chef con cui era uscito.
Si trattò della prima vera relazione per entrambi. Cake e Jade divennero inseparabili, trascorrendo insieme tutto il loro tempo libero. Cake disse a Jade del proprio olfatto super sviluppato, informandola di non essersi comportato come un coglione sfacciato quando le aveva detto di non potersi trattenere da lei di notte a causa dei forti odori. Il fetore di ammoniaca presente nella tinta per capelli gli faceva venire i conati di vomito.
Entrambi guadagnavano bene, ma a causa dei prezzi astronomici del mercato immobiliare londinese, Cake si iscrisse a gare di pasticceria per poter acquistare un appartamento il prima possibile.
La coppia accumulò una cifra considerevole, e accesero un prestito ipotecario su uno sciccoso appartamento a metà strada tra l’Avalon e il salone di Jade a Knightsbridge.
Erano follemente innamorati, e si godettero la loro vita insieme, intenzionati a sposarsi quando sarebbero stati sufficientemente sistemati per metter su famiglia.
Per il momento però erano contenti di godersi le luci della ribalta del Fenomeno della Pasticceria, con Cake che vinceva ogni competizione a cui partecipava.
Jade sorprendeva Cake di frequente. Era una parrucchiera di successo con uno spiccato senso dello humor e uno strano interesse per l’orrore, come apprese Cake quando Jade scrisse un romanzo su un cocainomane che sniffava le ceneri di un vampiro disintegrato, mutando in Keith Richards. Romanzo che aveva pubblicato.
Cake a quel punto lavorava all’Avalon da tre anni, e si era costruito una reputazione di prima classe. Quando i proprietari avevano annunciato di aver venduto l’hotel a una grande multinazionale, a Cake tornò alla mente l’esperienza al Savoy e decise che fosse il momento di passare oltre. Quindi consegnò le proprie dimissioni appena prima di ricevere il premio per il Pasticcere dell’Anno.
Ricevette delle offerte particolarmente remunerative, oltre alla proposta dell’Avalon di aumentargli generosamente il salario, ma Cake, ora all’apice della propria professione, volle mettersi in proprio insieme a Jade.
Cake era felice di non partecipare più alla premiazione di Pasticcere dell’Anno, così come altre cerimonie di genere, poiché potevano prendervi parte solamente chef sponsorizzati da hotel al top di gamma. Cake si era sempre sentito a disagio, e si rese conto di avere un aspetto orribile in abito, dato il suo ampio busto sorretto dalle gambe snelle. Una sartoria eccellente di Londra gli aveva realizzato l’abito su misura, ma gli stava comunque come se fosse stato confezionato da una persona cieca. Inoltre si sentiva in torto a partecipare a competizioni simili, dato che il suo olfatto amplificato e il suo palato impeccabile gli davano sempre un indiscutibile vantaggio sui propri avversari. Il suo obiettivo divenne quindi quello di portare a nord i sapori e le fragranze del sud, unitamente alla clientela decadente. Cake e Jade stavano insieme da tre anni, e avevano acquistato un locale nella città di Lincoln che avevano convertito in panetteria e pasticceria, realizzando il sogno di Cake.
Jade volle avventurarsi al nord insieme a Cake per aiutarlo nell’impresa. La ragazza era contenta della propria vita a Londra, e le sarebbero mancati i soldi e l’adulazione dell’avere per promesso sposo una superstar della cucina, ma sapeva che Cake non era felice di lavorare in grandi hotel. Il lavoro di Jade pagava bene, e con il salario elevato di Cake, oltre ai premi in denaro vinti alle gare di cucina, riuscirono ad accumulare sufficienti fondi per finanziare la loro avventura di Lincoln, nonostante il mutuo da pagare. Jade si recava regolarmente a Lincoln per controllare i progressi al locale. Il contratto di Cake all’Avalon sarebbe terminato di lì a poche settimane, quindi si sarebbe trasferito con Jade nella città del nord.
***
Il gran giorno giunse quando ‘CAKE’S Bakery & Pâtisserie’ aprì al pubblico. Per Cake e Jade fu il momento di vedere se il loro lavoro avesse dato i frutti sperati. Alla pasticceria erano come genitori fieri del proprio figlio che non vedevano l’ora di mostrare a tutto il mondo.
“Che profumo meraviglioso” disse Jade baciando Cake, il quale aveva cucinato insieme ai suoi due collaboratori dalle 5 di quella mattina, diffondendo aromi paradisiaci nel locale.
Cake sembrava agitato, in piedi davanti alla vetrina che metteva in mostra torte e pasticcini. Guardò poi i suoi due collaboratori al di là del vetro che divideva la pasticceria dal laboratorio, portò l’attenzione su Jade, sospirò, si corruccio e le chiese “Come ti sembra?”
Jade gli prese la mano e disse “È perfetto, non ti preoccupare”.
“Non vedo nessuno fare la fila fuori” disse Cake guardando all’esterno. Controllò l’orario sull’orologio a parete. “Sono le 7:45” aggiunse giocherellando nervosamente con le mani.
Due uomini bussarono alla porta.
“Era ora” disse Jade aprendo la porta e facendo entrare i due prima di richiuderla.
“Scusate il ritardo” disse Kris Pinyoun, il portiere della squadra di calcio di Lincoln, il quale arrivò insieme a un fotografo della Gazzetta di Lincoln per inaugurare il negozio.
Jade guardò fuori, sospirò, e chiuse la porta a chiave.
Cake, Jade, le cameriere e Kris si sistemarono al centro del negozio, attorno a una torta decorata dal logo di Louis Vuitton in bella vista. Il fotografo scattò una foto di Jade che tagliò la torta e ne porse una fetta a Kris, il quale ne prese una forchettata. Poi il fotografo immortalò anche il momento in cui Kris ne assaggiò un boccone. L’espressione dell’uomo cambiò quando la torta delicata gli si dissolse in bocca e ne assaporò le sfumature.
‘Ottima performance’ pensò il fotografo che continuò a immortalare le espressioni felici del calciatore.
“Sono le otto” disse Cake, chiaramente agitato quando controllò l’orologio a muro.
Jade sorrise ed esordì “Okay, apri le porte”.
Sarah aprì la porta d’ingresso, e lo staff si sistemò dietro al bancone alle rispettive postazioni di lavoro.
Cake e Jade restarono abbracciati accanto a Kris Pinyoun, il quale si servì un’altra fetta di torta quando entrarono alcune persone. Il fotografo realizzò alcuni scatti dei primi clienti, mentre Jade servì loro una fetta della torta di Louis Vuitton.
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