A. C. Meyer - A Prima Vista

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Dopo aver trascorso anni a prendersi cura delle sue sorelle minori dopo la morte dei loro genitori, Valentina sentì che era arrivato finalmente il momento di prendere il controllo della sua vita. Voleva vedere il mondo, divertirsi un po’ e trasformare in realtà tutti i progetti che pensava essere solo dei sogni. Dovette respirare profondamente, andare su internet e prenotare un volo e un posto dove stare. Dopotutto, aveva trascorso anni circondata dalle sue sorelle più piccole e, viaggiare in un altro stato dove non conosceva nessuno era piuttosto audace per lei. Quello che non sapeva era che questo viaggio le avrebbe cambiato la vita per sempre…

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A prima vista

©A.C. Meyer

Traduzione: Cecilia Metta

Sinossi:

Dopo aver trascorso anni a prendersi cura delle sue sorelle minori, dopo la morte dei suoi genitori, Valentina sentiva che finalmente era arrivato il momento di prendere il controllo della sua vita. Voleva vedere il mondo, divertirsi un po’ e trasformare in realtà tutti i progetti che pensava fossero solo dei sogni.

Doveva respirare profondamente, andare su internet e prenotare un volo e un posto in cui soggiornare. Dopotutto, aveva trascorso anni circondata dalle sue sorelle minori e viaggiare in un altro stato, dove non conosceva nessuno, era piuttosto audace per lei.

Quello che non sapeva era che questo viaggio le avrebbe cambiato per sempre la vita…

“Quando ti ho trovato

Ho perso me stesso

Quando ti ho visto

Mi sono innamorato”

Chico César

01

Valentina sistemò gli ultimi vestiti, chiuse la valigia e sospirò. Non riusciva a credere che finalmente se ne sarebbe andata. Aveva trascorso anni a sognare, a fare progetti che non pensava sarebbero mai potuti diventare realtà. Progetti che, per un po’ di tempo, erano stati solo per lei. E finalmente si stavano realizzando.

Aveva dovuto fare un respiro profondo per costringere se stessa ad andare online, prenotare un posto e un luogo in cui soggiornare. Dopotutto, aveva trascorso anni circondata dalle sue sorelle minori, che le impegnavano molto tempo, libero e non. Decidere di soggiornare per dieci giorni in un altro stato, dove non conosceva nessuno e da sola, era stato un bel gesto.

I suoi occhi si posarono sulla cornice del cassettone e sorrise vedendo la foto dei suoi genitori con le tre bambine raggianti di gioia: Valentina, Catarina e Sabrina. In quella foto sembravano tutte così felici. Non sapevano che una tragedia avrebbe distrutto quella famiglia così unita, che tutti ammiravano tanto.

Le spuntarono le lacrime ricordando la notte in cui era stata svegliata dall’odore di bruciato e dalle urla dei suoi genitori. Era successo tutto così in fretta ed era stato così traumatico che in parte aveva rimosso quegli eventi dalla sua testa. Ricordava solo il momento in cui, circondata dai suoi vicini e abbracciata alle sue sorelle, aveva visto il palazzo in cui vivevano in un quartiere di lusso di São Paulo, divorato dalle fiamme con i suoi genitori all’interno. Dopo aver fatto uscire le loro tre figlie, i due erano tornati nell’edificio. Poco dopo si era capito che le fiamme erano divampate a causa di un cortocircuito nell’appartamento accanto. Stavano cercando di salvare i loro vicini. Ma non riuscirono a salvarsi e lasciarono le ragazze di 17, 15 e 13 anni alle cure della nonna materna.

Appena compiuti i 18 anni, Valentina e le sue sorelle subirono un’altra perdita, la morte della nonna Dina, e Valentina dovette prendersi cura delle sorelle.

Aveva da poco terminato il liceo e si assunse la responsabilità di prendersi cura di loro, gettandosi nel lavoro. Rinunciò alle feste, ai fidanzati e a tutto ciò che le altre ragazze della sua età facevano, per potersi dedicare alle sorelle. Capì che il suo compito era di tenere unita la famiglia e assicurarsi che le ragazze avessero un futuro davanti a loro. Anche se questo significava dover rinunciare al divertimento, alla sua giovinezza e persino a un futuro tutto suo.

Ora, a 25 anni, sembrava che il suo lavoro con le sue sorelle fosse finito. Era orgogliosa di tutto quello che aveva fatto per loro. Catarina, 23 anni, era una dirigente del settore marketing di una grande multinazionale. Guadagnava un buono stipendio, parlava tre lingue ed era stata promossa rapidamente grazie alla sua competenza e alla sua dedizione, cosa che aveva imparato dalla sorella maggiore. Sabrina, 21 anni, aveva da poco ottenuto il suo diploma d’infermiera. Aveva ottenuto un posto nel reparto di terapia intensiva pediatrica in una clinica privata e si era appena fidanzata ufficialmente con quello che era il suo ragazzo dai tempi dell’adolescenza.

Entrambe le sue sorelle si stavano creando una propria vita e lei sapeva che era giunto il momento di concentrarsi su se stessa. Scoprire che forma avrebbe preso la sua carriera o cosa avrebbe dovuto fare del suo futuro. Chi lo poteva sapere, avrebbe potuto trovare anche un fidanzato! Mentre le ragazze crescevano, lei le aveva sostenute con la pensione mensile ottenuta dopo la morte dei loro genitori. Oltre a questo, c’erano anche i soldi dell’assicurazione sulla vita e il risarcimento per l’incendio. Con l’aiuto dell’avvocato di famiglia, era riuscita a investire il denaro e a creare un fondo per la crescita che era stato diviso tra loro tre, quando Sabrina aveva compiuto 21 anni. Conduceva una vita agiata ma voleva un lavoro. Voleva trovare il suo posto nel mondo, ora che le sue sorelle avevano trovato il loro.

E il primo passo era trascorrere dieci giorni nella penisola di Maraú a Bahia, nel nord-est del Brasile.

“Se hai già chiuso la tua valigia, allora aprila di nuovo.”

Valentina rise quando sentì la voce di Catarina che stava entrando nella stanza carica di borse.

“Cos’è tutta questa roba? Hai fatto la spesa?” chiese Valentina, mentre la sorella cominciava a tirare fuori dei vestiti dalle borse e a stenderli sul letto. Tutti quei tessuti colorati con stampa fantasia erano molto diversi dagli abiti pratici che Valentina indossava abitualmente.

“Solo perché hai deciso di andare in un resort che può ospitare solo 58 persone, che saranno tutte accoppiate e tu sarai il terzo incomodo, non significa che ti lascerò apparire semplice” rispose Cat, questo era il suo soprannome, e tutte e due scoppiarono a ridere.

“Non essere sciocca. Come fai a sapere che uno degli altri 57 ospiti non sarà un bel ragazzo single?”

“Credo che sia più probabile che sia un pappone, con due fidanzate di trenta o quarant’anni più giovani.”

Valentina fece una smorfia ed entrambe scoppiarono a ridere. Cat prese un vestito di seta blu, dipinto a mano, che si abbinava perfettamente ai capelli biondi di Valentina.

“È bellissimo...” Mormorò la sorella maggiore, sfiorando la seta tra le dita, mentre Cat apriva la valigia e tirava fuori tutti i suoi vestiti, sostituendoli con quelli nuovi. “Ehi, cosa stai facendo?”

“Ti proibisco di portare con te tutti questi vestiti.”

“Ma...”

“Cat ha ragione” disse Sabrina, entrando nella camera della sorella con altre borse. “Questo viaggio segna l’inizio di una nuova fase della tua vita. Ti sei presa cura di noi per molto tempo. Adesso spetta a noi prenderci cura di te.”

Valentina posò il vestito sul letto e attirò a sé le sorelle in un abbraccio di gruppo.

“Mi mancherete tanto,” sussurrò.

“Anche tu. Ma non ti è permesso usare il telefono o internet. Vogliamo che tu ti goda ogni istante di questa vacanza,” rispose Sabrina, dando un colpetto sul naso alla sorella. Sorridendo, Sabrina andò verso il letto e tirò fuori dalle sue borse completi intimi e camicie da notte di tutti i tipi.

“Ho già chiesto all’hotel,” spiegò Cat, ricominciando a fare le valigie. “Non c’è il telefono e non c’è segnale internet.” Continuò facendo un balletto e tutte risero.

“Non mi fai nemmeno vedere cosa porto con me da indossare in vacanza?” chiese Valentina.

“No!” risposero all’unisono le sue sorelle e Sabrina indicò il bagno.

“Approfitta del tempo che ti rimane per fare la doccia e per prepararti per il viaggio. Ho prenotato l’Uber per le 11.30,” spiegò. “Quindi, arriverai all’aeroporto in anticipo per il volo delle 14.”

“Vi amo,” disse Valentina. “Grazie per il vostro sostegno.”

“Siamo noi che dobbiamo ringraziare te per esserti presa cura di noi, quando sarebbe stato molto più facile che tu continuassi la tua vita e lasciassi che i servizi sociali si prendessero cura di noi,” rispose Cat, con il sorriso sulle labbra.

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