«Che cosa successe, allora? Jim sposò Nora dimenticandosi completamente, nella sua felicità, di quelle tre lettere nascoste nel libro di tossicologia. Dopo la luna di miele i due sposi ritornarono a Wrightsville per iniziare la loro vita matrimoniale nella nuova casa, e cominciarono i guai.
«Jim ricevette una lettera della sorella… si ricorda quel mattino, Patty? Dunque Jim lesse la lettera, ne rimase tremendamente scosso, poi, più tardi, annunziò che sua sorella gli aveva scritto e che forse era il caso di invitarla a Wrightsville…» Pat annuì. «Naturalmente la donna che si presentò dicendosi sorella di Jim era la prima moglie. Ma perché scrisse a Jim e venne a Wrightsville? Perché Jim le permise quell’inganno? Perché quel segreto fu mantenuto fino alla sua morte e ancora dopo? Può esservi una ragione: quella donna aveva un terribile mezzo per ricattare Jim.
«Ne abbiamo la conferma, indubbiamente. Poco dopo il ritorno dal viaggio di nozze, Jim prese a sperperare un sacco di soldi… e questo coincise con l’arrivo della prima moglie a Wrightsville. Perché prese a prestito cinquemila dollari dall’ufficio prestiti? Perché torturava Nora per farsi dare sempre più danaro? Dove andavano a finire tutti quei soldi? Li perdeva al gioco, secondo lei, Cart, e lei ha anche cercato di provarlo in tribunale, ma non ci è riuscito. Tutto quel che ha potuto appurare per mezzo di una testimone che aveva spiato dalla finestra è stata una dichiarazione di Jim. Ma per forza quel poveretto doveva dire a Nora che aveva perso del danaro giocando nell’“Allegro Inferno” di Vic Carlatti. Aveva pur bisogno di una scusa. Ma da Carlatti Jim si era limitato a bere, moltissimo, perché era disperato, ma non si era avvicinato una sola volta ai tavoli da gioco. Eppure quel danaro andava a finire da qualche parte. Non c’è dubbio: Jim lo dava a Rosemary fino all’ultimo centesimo.»
«Ma di che cosa si serviva quella donna per ricattarlo?» domandò Pat. «Doveva aver in mano un’arma formidabile.»
«Secondo me c’è un’unica risposta a questo interrogativo. Pensate un po’: se quella donna, che si faceva chiamare Rosemary, non avesse mai ottenuto il divorzio? Se avesse ingannato Jim, facendogli credere che era libero, mostrandogli dei documenti falsificati? Con un po’ di danaro ci si può procurare tutto. Specialmente le carte false. Non vi pare che tutto quadri? Sposando Nora, Jim commise un reato di bigamia. Fu allora che la prima moglie lo mise sotto il torchio… lo avvertì che sarebbe venuta a Wrightsville facendosi passare per sua sorella, in modo di poterlo ricattare direttamente. E quando arrivò ebbe cura di evitare che la famiglia Wright scoprisse la sua vera identità. Se avesse detto chi era infatti, avrebbe perso il suo potere su Jim. Non voleva vendicarsi. Voleva soldi. Solo con la minaccia di una rivelazione avrebbe potuto cavare lentamente il sangue a Jim. Il povero ragazzo sopportò, cominciò a pagare e divenne quasi pazzo di disperazione. Rosemary conosceva la sua vittima. Jim non avrebbe mai potuto dire la verità a Nora…»
«No» gemé Pat.
«Perché no?» domandò Carter Bradford.
«Già una volta, quando l’aveva lasciata, Jim l’aveva umiliata atrocemente di fronte agli occhi della famiglia e del paese… soprattutto dal paese. Wrightsville manca di tatto e di delicatezza, è crudele e per una persona sensibile, timida e nervosa come Nora, uno scandalo può costituire non una tragedia superabile, per quanto grave, ma la maledizione di tutta una vita. Jim aveva visto quel che il suo primo abbandono aveva fatto a Nora, sapeva che si era chiusa in se stessa, quasi pazza di vergogna, e si era trasformata in una creatura debole e indifesa che cercava continuamente di nascondersi da Wrightsville, dagli amici e anche dalla famiglia. Come avrebbe potuto sopportare Nora la rivelazione di aver sposato un bigamo? Sarebbe completamente impazzita, forse ne sarebbe morta.
«Jim capì tutto questo… Non poteva perciò permettere che Nora scoprisse di non essere legalmente sposata e si rendesse conto che il suo non era un vero matrimonio e che il bambino che doveva nascere…»
«Dio!» mormorò Carter.
«Mi diventa sempre più difficile parlare» disse Ellery con un sospiro. «Jim continuò a pagare, a prendere danaro in prestito ovunque perché quella donna maledetta non rivelasse la verità che avrebbe ucciso Nora. Quando era ubriaco, nei momenti di furia, Jim continuava a ripetere che l’avrebbe uccisa, che se ne sarebbe liberato e spiegava sempre che si trattava di una moglie. Naturalmente, parlava dell’unica moglie legale che avesse… di colei che si faceva chiamare Rosemary Haight e che si faceva passare per sua sorella. Quando Jim, ubriaco, ripeteva le sue folli minacce non pensava mai a Nora.»
«Ma mi pare» mormorò Cart «che di fronte alla sedia elettrica, Jim avrebbe dovuto…»
«Io credo che Jim fosse un grande uomo, a suo modo» rispose Queen con un sorriso triste. «Era pronto a morire per ripagare Nora del male che le aveva involontariamente fatto. Per questo fece giurare a sua sorella Roberta Roberts di mantenere il segreto. Se Jim avesse detto la verità si sarebbe reso pubblico il fatto che Nora, sebbene aspettasse un bambino, non era sposata. No, Jim decise che era meglio portare con sé quella triste storia nella tomba.»
Pat ora piangeva convulsamente.
«Inoltre» continuò in fretta il signor Queen «Jim aveva un’altra ragione molto più grave per mantenere il silenzio. La più grande ragione di tutte. Una ragione eroica… epica direi. Mi domando se voi due sospettate quale sia…»
«Parli» disse brevemente Carter.
Il signor Queen annuì.
«Vi è una sola domanda che aspetta risposta, la domanda più importante di tutte. Chi realmente ha avvelenato Rosemary? Nel processo è stato dimostrato che Jim soltanto aveva avuto l’occasione, che lui solo aveva avuto il controllo dei cocktails e pertanto era l’unico fra i presenti ad avere la certezza che il bicchiere avvelenato raggiungesse la vittima designata. Per di più, Cart, lei ha scoperto che Jim aveva comperato del veleno da topi per procurarsi l’arsenico da versare nel cocktail fatale. Tutto questo sarebbe indiscutibile se Jim avesse avuto intenzione di uccidere Nora, ma ormai noi sappiamo che quel povero ragazzo non aveva la minima intenzione di uccidere sua moglie! La vera vittima era Rosemary, e soltanto Rosemary!
«In base a questo presupposto io ho dovuto rivedere la situazione. Senza dubbio Jim aveva urgenza di uccidere Rosemary, e senz’altro aveva l’arsenico sotto mano. Ma… dal momento che Rosemary era la vittima predestinata come poteva Jim controllare la distribuzione dei cocktails? Come ricorderete, Jim aveva portato a Nora il bicchiere nel quale più tardi si scoprirono tracce di arsenico. Come poteva Jim essere sicuro che il bicchiere avvelenato sarebbe finito nelle mani di Rosemary?
«Non poteva saperlo. Era un’eventualità troppo lontana perché Jim potesse contarci. Inoltre Jim non era neppure in salotto, se vi ricordate, quando Rosemary bevve il cocktail di Nora. Perciò io mi sono domandato: dal momento che Jim non poteva essere certo che Rosemary avrebbe bevuto il cocktail avvelenato, chi poteva esserne certo?»
Carter Bradford e Patricia Wright si appoggiavano al tavolo rigidi con gli occhi sbarrati quasi senza fiatare.
Il signor Queen si strinse nelle spalle.
«E così si fa un conto: due meno uno. Mi è venuto in mente di colpo. Mi pareva incredibile, spaventevole, ma era l’unica soluzione possibile. Due meno uno è uguale a uno. Soltanto un’altra persona aveva avuto l’occasione di avvelenare quel cocktail perché appunto quest’altra persona l’aveva avuto tra le mani prima che il bicchiere finisse tra le mani di Rosemary! Un’altra persona aveva un motivo per uccidere Rosemary e aveva avuto il modo di adoperare per scopi omicidi l’arsenico che Jim aveva acquistato semplicemente per sterminare dei topi… ricordate che Jim andò da Myron Garback a comperare una scatola di Quico? Forse glielo aveva consigliato qualcun altro. E poco dopo Jim si recò in farmacia una seconda volta perché aveva perso la prima scatola. Come credete che sia stata persa la prima scatola di Quico? Non vi risulta evidente ormai che la scatola non era stata aperta, ma era stata rubata e nascosta dall’unica persona che aveva un motivo per uccidere Rosemary?»
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