La giornalista afferrò rapidamente i guanti, la pelliccia e la borsetta.
«Vi sono momenti, signor Smith, nei quali io la trovo assolutamente odioso… No, la prego, signora Wright: non si preoccupi per me» mormorò, e uscì in fretta.
«Credo che farò quattro chiacchiere con quella donna» osservò, pensoso il giudice Martin.
«Lola» chiamò Ellery, stringendosi nelle spalle.
«Io?» domandò la ragazza, sorpresa. «È il mio turno, ora?»
«Anche lei ha nascosto qualcosa.»
Lola spalancò gli occhi, poi rise e accese una sigaretta.
«Non le pare che sia venuto il momento di dire al giudice Martin che è entrata in casa di Nora dalla porta posteriore, pochi minuti prima della mezzanotte dell’ultimo dell’anno?»
«Lola!» esclamò Hermy, trasalendo. «Dunque c’eri anche tu?»
«Non preoccuparti, mamma; non è niente di grave» dichiarò Lola con impazienza. «Naturalmente, signor Martin, le dirò tutto; ma dal momento che siamo così disposti a collaborare, perché l’eminente signor Smith non si mette al lavoro?»
«Che cosa dovrei fare?» domandò il signor Smith.
«Mi pare che questo astuto individuo sappia molto più di quanto non dica!»
«Lola, non credi che se Ellery potesse far qualcosa lo farebbe?» gridò Pat.
«Naturalmente» disse il giudice Martin. «Smith, se sa qualcosa di utile, la chiamerò a testimoniare!»
«Molto volentieri, se potessi aiutarla, giudice» sospirò Ellery. «Ma purtroppo temo che farei ancora più danno.»
John Wright aprì bocca per la prima volta:
«Vuol dire che sa che Jim è colpevole, giovanotto?» domandò.
«Nemmeno per sogno» brontolò Ellery con voce soffocata. «Ma la mia deposizione metterebbe le cose in modo tale da nuocere seriamente alla posizione di Jim… Infatti si stabilirebbe, senza ombra di dubbio, che solo lui ha avuto modo di mettere il veleno in quel cocktail. Io non devo assolutamente venire a testimoniare. »
«Signor Smith.» Il capo della polizia era entrato improvvisamente, senza farsi annunziare. «Sono dolente di disturbarla ma ho con me un mandato che devo presentare personalmente.»
«Un mandato? Per me?» domandò Ellery.
«Sì, signor Smith; è convocato in tribunale lunedì mattina, per prestare testimonianza a favore dell’accusa contro James Haight.»
«Anch’io ne ho uno» mormorò Lola, rivolta ad Ellery «per lunedì mattina in tribunale.»
«Che cosa?»
«Un mandato di comparizione per testimoniare a favore della cara e amatissima accusa.»
«Quel ragazzotto ci prepara qualche scherzo» disse il giudice Martin. «Ma si può sapere che cosa fa in tribunale J. C. Pettigrew? Guardi, Bradford sta parlando con lui sottovoce. Eppure non avrebbe nulla a che vedere con questa faccenda.»
«Oh, che sciocchezze» fece Lola, molto pallida con voce strozzata.
J. C. Pettigrew si sedette tremante e agitato sullo sgabello dei testimoni. Dichiarò d’essere uno degli agenti immobiliari più importanti di Wrightsville e di essere amico dei Wright da molti anni… sua figlia Carmel era la migliore amica di Patricia.
Carter Bradford aveva un’aria trionfante quella mattina, ma la sua fronte era imperlata di sudore.
D. «Guardi questo assegno, signor Pettigrew. È in data 31 dicembre 1940. Dice: “pagate al portatore la somma di cento dollari. Firmato J. C. Pettigrew”. L’ha emesso lei questo assegno, signor Pettigrew?»
R. «Sì, l’ho scritto io.»
D. «A chi l’ha dato?»
R. «A Lola Wright.»
D. «Ci racconti, per favore, le circostanze in cui la signorina ha ricevuto l’assegno.»
R. «Ecco… io, la cosa mi fa un effetto curioso… Voglio dire… l’ultimo giorno dell’anno stavo uscendo dall’ufficio quando entrò Lola. Disse che era in un grave pasticcio, che la conoscevo sin da quando era piccola e se mi fidavo a prestarle un centinaio di dollari. Capii che era preoccupata…»
D. «La signorina Wright non le ha detto perché desiderava quel danaro?»
R. «No, signore. E io non gliel’ho chiesto.»
L’assegno fu catalogato fra le prove e Pettigrew scese dalla pedana.
Lola Wright era nervosa mentre prestava giuramento, ma nel suo sguardo brillava una tal luce di sfida che Carter Bradford arrossì.
«Signorina Wright, che cosa ne ha fatto di questo assegno dopo averlo ricevuto dal signor J. C. Pettigrew il 31 dicembre ultimo scorso?»
«L’ho messo nella borsetta» ribatté Lola. Vi furono delle risa soffocate.
«Sì, lo so» rispose Carter impassibile. «Ma a chi l’ha dato?»
«Non ricordo.»
«Signorina Wright, legga la girata sul retro.»
Lola inghiottì faticosamente, poi lesse a bassa voce:
«Jim Haight.»
«Può spiegare come mai un assegno che lei ha ricevuto come prestito da J. C. Pettigrew porta una girata per Jim Haight?»
«L’ho dato io a Jim, quella sera stessa.»
«Dove?»
«A casa di mia sorella Nora.»
«Eppure gli altri testimoni sono concordi nel dire che lei non era presente alla festa. Come spiega questa faccenda?»
«Ho fatto una visita in casa Haight, ma non ho partecipato alla riunione.»
«Non ha visto nessuno oltre suo cognato, l’accusato?»
«No, sono entrata dalla porta posteriore della cucina.»
«Come faceva a sapere che Jim Haight era in cucina?» domandò Carter Bradford seccamente.
«Sono rimasta in giardino finché ho visto dai vetri che Jim era in cucina. Poi l’ho visto dirigersi verso la dispensa e ho pensato che ci potesse essere qualcuno con lui. Ho bussato, è venuto ad aprire, e sulla porta gli ho dato l’assegno.»
Dunque questa era stata la ragione della visita di Lola, pensò Ellery.
«Gli ha dato l’assegno» ripeté Bradford cortese. «Signorina Wright, l’accusato le aveva chiesto del danaro?»
«No!»
«Eppure lei si è fatta prestare cento dollari dal signor Pettigrew per darli all’accusato?»
«Sì» ribatté Lola freddamente. «Glieli ho chiesti per pagare un debito che avevo verso Jim. Io ho debiti un po’ con tutti.»
Ellery ricordò la sera lontana in cui Jim aveva chiesto disperatamente del danaro a Lola. La notte dell’ultimo dell’anno Lola Wright non aveva pagato un debito, ma aveva portato il suo piccolo contributo alla felicità di Nora. Bradford voleva in fondo provare il disperato bisogno di danaro di Jim Haight.
Il giudice Martin si accinse al contro-interrogatorio con aria quasi soddisfatta.
«Signorina Wright, lei ha deposto un momento fa di essersi recata a casa di sua sorella la notte dell’ultimo dell’anno. A che ora di preciso ci è andata, si ricorda?»
«Sì, ho guardato l’orologio perché dovevo ritornare presto in città. Mancavano quindici minuti alla mezzanotte.»
«Dove ha avuto luogo esattamente la sua conversazione con Jim Haight?»
«Davanti alla porta posteriore della cucina.»
«Che cosa ha detto a Jim?»
«Gli ho domandato che cosa stava facendo e mi ha risposto che stava preparando i cocktails.»
«Ha visto i cocktails in questione?»
Il pubblico si agitò, Carter Bradford si sporse in avanti accigliato. Era un punto importante perché proprio allora doveva essere stato avvelenato il bicchiere fatale.
«No, dal punto in cui mi trovavo della cucina non potevo vedere in dispensa. Non ho visto i bicchieri.»
«Signorina Wright, se qualcuno si fosse intrufolato in cucina dall’atrio o dalla stanza da pranzo mentre lei e il signor Haight stavate parlando sulla porta posteriore, avrebbe potuto vedere quella persona?»
«No» rispose decisa l’interrogata.
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