Sheri Tepper - Cronache del dopoguerra

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Cronache del dopoguerra: краткое содержание, описание и аннотация

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Sono passati duecento anni dall’ultimo olocausto ma il dopoguerra dura ancora. Una parte del genere umano (le donne di Marthatown e di altri centri abitati pacifisti) hanno imparato la lezione e giurato di non riprendere più le armi, ma altri la pensano diversamente. Per molti fare la guerra è sinonimo di onore, di uno stile di vita eroico e irrinunciabile. Così, in alcuni avamposti militari disseminati sul pianeta attecchisce una civiltà aggressiva che si identifica con uomini non disposti a fare ammenda del passato. Per Stavia, una giovane dottoressa, non è facile convincere il compagno Chernon a rinunciare alla via della violenza, tanto più che i due devono compiere insieme una missione che non si prospetta facile. Presto dovranno misurarsi entrambi con mille difficoltà e pericoli, e allora non sarà Chernon il solo a dover fare una scelta radicale: anche Stavia si renderà conto che l’utopia potrebbe avere i giorni contati.

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— Chernon ha detto che è accaduto durante una scorreria dei banditi.

— Ne avrei sentito parlare… — Morgot sembrava stupita e turbata ma, leggendo la preoccupazione sul viso di Stavia, le sorrise e continuò. — Be’, almeno questo è un bene per Chernon. Sylvia probabilmente sarà d’accordo che venga a casa.

— C’è qualche altra ragione per la quale potrebbe non volere?

— Ci sono molte ragioni ma alla fine penso che accetterà. È difficile riprendere a casa il proprio figlio e forse soffrire ancora a causa sua quando è tutto passato e superato.

— Non capisco.

Morgot aveva uno sguardo distante negli occhi tristi. — Concepisci un figlio. Quando è ancora un bambino pensi già che lo perderai a cinque anni. E questo ti addolora. Ma lo superi. Poi viene il giorno in cui tuo figlio compie cinque anni e deve andare da suo padre. E di nuovo soffri. Poi guarisci. E ogni volta che viene a casa durante il carnevale riapre quella ferita; e ogni volta guarisci. Poi, quando raggiunge i quindici anni forse sceglie di rimanere con la guarnigione e nuovamente ne soffri. Giaci a letto, di notte, con gli occhi che bruciano e il cuscino bagnato di lacrime. Soffochi le lacrime e queste bruciano, te lo assicuro. Ti domandi se andrà in battaglia, se sarà ferito, se morirà; ogni battaglia significa… ogni battaglia significa che qualcuno muore. Forse tuo figlio e l’amico di tuo figlio. Alcune donne non ce la fanno a sopportarlo. Alcune cercano di dimenticarlo, non parlano mai dei loro figli dopo che hanno raggiunto i quindici anni. Altre donne continuano a osservarli, salutandoli dalle mura, mandando loro dei doni — la voce si fece rotta e Morgot volse il capo.

— Non pensi che Habby e Byram torneranno? — il dolore di Morgot era inaspettato e spaventoso e Stavia voleva essere rassicurata, anche se pensava di conoscere già la risposta.

— Non lo so, Stavvy. Spero di sì; ma non possiamo saperlo — gli occhi di Morgot erano lucidi e cercò un modo di cambiare discorso. — Perché non vai a dire a Myra di venire a pelare queste patate?

— Mi ha già detto di no. È stata intrattabile per tutta la giornata — disse Stavia con uno sguardo sdegnato.

— Penso che siano solo capricci.

— Be’, quello che sono — lanciò uno sguardo alla madre che sembrava aver recuperato il controllo di sé.

— Va’ a chiederglielo comunque.

Stavia se ne andò, prendendo tempo anche per dare la possibilità a Morgot di ricomporsi. Myra arrivò in cucina e cominciò a pelare le patate con uno sguardo di lontano disgusto. Stavia e Morgot parlarono del più e del meno; la loro conversazione, come acqua che gira attorno a una roccia semisommersa, fu accompagnata dal più completo silenzio da parte di Myra. Stavia pensava che le loro chiacchiere familiari giungessero a sua sorella, distante mille anni. Myra le rimproverava per quello che Barten aveva fatto a Tally, risentendosi sia con Morgot che con Stavia per essere state presenti quando lo aveva scoperto. Tuttavia non era risentita con Barten e questo, per Stavia, era la cosa più grave.

— Sei andata al centro medico oggi? — chiese Morgot alla figlia che se ne stava sempre silenziosa.

— No — fu la sua monosillabica risposta.

— Per favore, vuoi andarci domani?

— Non ho ancora deciso.

— Myra, ne abbiamo parlato già molte volte. Se non vuoi startene rinchiusa in casa durante il carnevale, devi andare al centro medico per un controllo e ricevere un timbro.

— Tu non sei timbrata.

— No, perché non ho intenzione di alzarmi la gonna e partecipare al carnevale. Non quest’anno. Tu invece sì, probabilmente.

— E se non volessi?

— Sai molto bene cosa succederà se non vai al centro medico. Se sarà così te ne starai in casa durante il carnevale come hai deciso di fare l’anno scorso e quello passato; del resto è stata una decisione saggia. Non eri interessata a nessuno in particolare e non ero certo io a suggerire a una ragazzina di quindici anni di andare a prendere il primo che capitava nelle taverne. Tuttavia adesso hai diciassette anni e sei interessata a una persona; non voglio che tu te la prenda con me perché non vuoi obbedire ai comandamenti e poi decidi di vedere Barten e non puoi.

— Starò a casa. Comunque quelle regole sono stupide.

Stavia che era convinta anche lei che alcuni dei comandamenti fossero stupidi ma non lo avrebbe mai detto, s’irritò per il commento di Myra.

— Bene, se questa è la tua decisione. Ricordati che, se uscirai nelle strade, sarai presa e messa in reclusione e ti assegneranno probabilmente a una delle squadre di lavoro che puliscono le case di appuntamento.

Myra sbatté a terra la ciotola di patate pelate e scappò via a chiudersi in bagno.

— Si va a nascondere — disse Stavia.

— Lo so, poverina. È tutta agitata e si dibatte tra quello che vuole il suo corpo e tutte quelle cose drammatiche e romantiche che Barten l’ha aiutata a immaginare. Amore senza fine. Promesse eterne.

— Myra è fatta così — disse Stavia incerta.

— Be’, siamo tutte così, Stavvy. Io stessa ho sentito parecchie di quelle promesse dai giovani guerrieri. Ho avuto anch’io qualche drammatica e sentimentale speranza di tanto in tanto. Ci piace inventare mondi che siano migliori di questo, migliori per gli amanti, migliori per le madri… per quel che ne so Barten ci crede lui stesso. Molti dei guerrieri ci credono.

— Come i poeti.

— Quali poeti?

— Quelli di Ifigenia a Troia. Quelli che hanno trasformato ciò che è accaduto a Ifigenia in una cosa diversa. In verità fu assassinata ma ciò faceva sentire in colpa gli uomini, così hanno fatto finta che sia stata lei a offrirsi come vittima sacrificale. Barten sa perfettamente cosa ne sarebbe di Myra se andasse al campo degli zingari ma lo trasforma in qualcosa di differente nelle storie che le racconta.

— Mmm. Sì. Direi che è un paragone calzante. È una delle cose che noi del Concilio cerchiamo di tenere a mente, la necessità di tenere romanticismo e sentimenti fuori dalle nostre decisioni… lasciamo il romanticismo ai guerrieri. Non possiamo permettercelo nel Paese delle Donne.

— Potresti dire a Myra di capirlo finché può. Nessuno scopa nell’Ade.

— Stavia!

Stavia arrossì poi assunse una colorazione pallida, sentendosi in colpa. Era una frase più letteraria che femminile; udì un colpo di tosse e si volse scorgendo la madre china sul tavolo da cucina, con gli occhi pieni di lacrime, perduta in una risata silenziosa.

L’ultimo giorno possibile, Myra andò al centro medico dove le fu applicato un impianto nel braccio. Vitamine, disse Morgot, perché non si era nutrita adeguatamente. Alla stessa visita fu timbrata per il carnevale. Il marchio di inchiostro rosso era nascosto da una ciocca di capelli ramati che le ricadeva sulla parte destra del viso ed era scarsamente visibile. Tuttavia una volta che l’ebbe ottenuto sembrò più tranquilla e smise di comportarsi sgarbatamente. Non rispose più male a Joshua, sebbene non lo trattasse più come faceva una volta, con affezionato rispetto. Tuttava ciò rese più piacevole la vita per Morgot e per Stavia e, senza dubbio, anche per Joshua. Il carnevale non era mai un bel momento per i servitori. Per la maggior parte restavano nei quartieri residenziali e nelle zone private per evitare ogni scontro con i guerrieri che un tempo potevano aver conosciuto. Non che qualcuno della guarnigione, eccetto Habby e Byram potesse aver conosciuto Joshua. Era venuto da Susantown quando aveva solo diciotto anni. Gli uomini che ritornavano dalla Porta delle Donne spesso sceglievano di cambiare città rispetto a quella dove erano nati, per evitare i loro vecchi vicini. Se Habby fosse ritornato dalla Porta delle Donne avrebbe scelto di andare a Susantown o a Mollyburg o in un’altra dozzina di altre città. Morgot e Stavia avrebbero sempre potuto andarlo a trovare.

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